Bari è una città preziosa, più di quanto un turista possa pensare. Le sue bianche cattedrali, che il critico letterario Mario Sansone definì dure, nordiche e squadrate, si specchiano sul mare. Bari è regolare, pratica, marittima. Un’architettura senza fronzoli, diversa ma non per questo meno bella dal barocco leccese, salotto più adatto alla contemplazione e alla lentezza. Per questo si dice che Lecce è maniera, Bari è mestiere. E tutto, dall’arte all’urbanistica, sembra confluire verso questa teoria. Quasi tutto. E sì, perchè a Bari c’è una chiesa ortordossa, chiamata Chiesa Russa. Un’opera che nulla ha a che vedere con tutto il resto della città, costruita in onore di San Nicola (le cui spoglie furono dai baresi riscattate coattivamente, traslate, di fatto rubate, a Mira) nei primi anni del ‘900 in segno di amicizia, di rispetto e di profonda unione con gli ortodossi. D’altronde, se gli avevamo fregato un Santo, dovevamo in qualche maniera farci perdonare. Cosa c’entri tutto questo con la partita che vi sto per raccontare è presto detto.

Nella città della Chiesa Russa e di San Nicola il Re non poteva che essere uno Zar. Mi si perdoni se cado nel tranello dei paragoni scomodi tra i giocatori che hanno vestito la maglia della mia squadra. Se penso ad un campione, ad un numero 10, ad un bomber, io penso a lui: Igor Protti, bandiera di una curva, orgoglio di una città. Potrei raccontarvi cento partite (e lo farò), potrei descrivervi mille prodezze di Igor, forse anche più belle di quelle che mi appresto a raccontare, ma in cuor mio, e non so perchè, se devo scegliere una partita, scelgo questa: Bari – Cremonese. E’ il 14 aprile del 1996 e io sto per compiere 17 anni. Sono gli anni del liceo, dei brufoli, dei primi baci, del campionato di calcio al Di Cagno Abbrescia la domenica mattina. Sveglia alle 9, partita, doccia poi di corsa a mangiare che alle 13.30, con le zeppole ancora in mano, c’è da andare allo stadio. L’annata non è delle migliori, il Bari arranca e lotta con i denti per la salvezza. Esonerato Materazzi è Fascetti a guidare la squadra. Esordisce proprio contro la Cremonese, nel girone di andata e, allo stadio Zini, schierando Abel Xavier libero difensivo, finisce con un cappotto. 7 a 1 per loro, una delle sconfitte più clamorose che io ricordi a memoria. Sembra l’inizio della fine, invece, un girone dopo, siamo lì a giocarcela, assieme all’Atalanta, al Torino, al Piacenza e alla stessa Cremonese. Tutte racchiuse in pochi punti, tutto ancora da giocare. Noi però abbiamo l’attacco più forte della serie A.

Igor Protti, il capocannoniere e Kennet Andersonn, la sua spalla perfetta. Giocatore alto quasi due metri, tecnica importante, un po’ lento ma estremamente utile. Una squadra con un attacco così dovrebbe essere a metà classifica, ma paghiamo errori di mercato clamorosi. Un certo Abel Xavier viene acquistato (a fior di miliardi, erano altri tempi e Matarrese certe volte si toglieva qualche sfizio) come regista, rifinitore, cervello del centrocampo. Fascetti lo prova come libero, poi lo piazza in panchina anche perchè è perennemente infortunato. Nel 2000 disputerà un Europeo fantastico con la sua nazionale giocando terzino destro. Ma Xavier non è l’unico errore. La rosa è corta e le alternative sono poche: Bigica, Amoruso e Tovalieri, la spina dorsale della squadra che aveva stupito l’anno prima, vengono ceduti non rimpiazzati adeguatemente se non a gennaio (arriva Ingesson), quando la situazione è ormai quasi compromessa.

Andare allo stadio però è un piacere. Il Bari gioca bene, forse perchè segna molto e subisce altrettanto, in ogni caso sai che non ti annoierai e non avrai perso il tuo tempo, perchè là davanti c’è lui: Igor. Quel giorno piove che Dio la manda. La primavera tarda ad arrivare e la pista d’atletica del San Nicola specchia le nostre facce preoccupate. Per continuare a sperare bisogna vincere e per vincere bisogna attaccare con coraggio. Il Bari viene dal successo di Bergamo (altra partita e altra prodezza da raccontare) e deve dare continuità alla sua classifica. La Cremonese è squadra tosta, si difende bene e sa ripartire in contropiede. I ragazzi attaccano, ci provano da subito con un tiro di Gerson, ma Razzetti con una manata respinge. Proprio Gegè è il giocatore più pericoloso e per tre volte va vicino al vantaggio con dei tiri da fuori area. Alla fine del primo tempo l’occasione più clamorosa capita sui piedi di Andersonn. Traversone di Parente, stop a seguire, fiato sospeso e tiro che si stampa sulla traversa. Il pallone non vuole proprio entrare.

La beffa si compie qualche minuto dopo. Contropiede della Cremonese, Floriancjc vede Perovic tutto solo, lo serve e per lo slavo è un gioco da ragazzi battere Fontana. Siamo in B, c’è poco da fare. Ci vuole un miracolo. Il Bari però non si scompone e nel secondo tempo Igor sale in cattedra. Minuto 57: Annoni crossa basso, Igor ci mette opportunismo e piattone e pareggia i conti. Va a prendere il pallone dal sacco, lo riporta a centrocampo. Un cenno d’intesa con i compagni, un altro con tutto lo stadio, con la gente bagnata e felice: andiamo a vincerla. Si corre in un pantano, le forze iniziano a mancare e ti aspetti che da un momento all’altro le due squadre si accontentino. Poi succede quello che nessuno si aspetta e quel minuto dura un tempo inifinito. Lo ricordo come se fosse oggi. Minuto 73, non manca molto alla fine e le squadre hanno speso davvero tanto su quel campo. Protti riceve un pallone sporco in area, si avvita come può, tira cadendo. Un tiro angolato ma debole. Il terreno rende quel pallone insidioso e il portiere si allunga per respingerlo con il piede di richiamo. A quel punto succede l’impossibile: Igor, stremato, si rialza con uno scatto di reni che a raccontarlo viene difficile, danza sul pallone, pensa di tirare.

Ma ha davanti a sè quattro difensori e il portiere. Si trascina il pallone fino al vertice destro dell’area di rigore, sembra voler uscire dall’area. Non c’è spazio, nessun angolo di porta libero. Carica il destro in un impeto di straordinaria follia. Quella di un campione. Il pallone parte e tutto lo stadio rimane con il fiato sospeso. Supera il primo difensore, poi il secondo, la traiettoria si alza e sembra destinata in un punto coperto dal portiere. Invece no, si va ad infilare nell’angolo più remoto, sfidando le leggi della fisica e della balistica. Rete. Che rete. Il gol del 2 a 1 non è solo un gol. E’ il simbolo della grinta, del cuore, della tenacia e della volontà di Igor Protti. Lo stadio incredulo ascolta il rumore soave del cuoio che batte forte contro la rete bagnata. Si gode il rumore dei tacchetti del suo capitano che, non pago, ricade e si rialza per andare ad esultare con la sua gente, scavalcando i tabelloni pubblicitari e percorrendo tutti e 400 i metri della pista d’atletica. Occhi di tigre e cuor di leone, il pugno destro chiuso e l’avambraccio che fa su e giù. Una fotografia che conserverò per sempre: quella di un campione che mi fa battere ancora il cuore quando penso alle sue giocate. La partita finisce così, con il Bari in 10 per l’espulsione di Sala e Igor in difesa a proteggere il risultato.  Fuori dallo stadio un raggio di sole, la speranza di restare in A e un numero 10 scolpito, per sempre, sulla maglia biancorossa.

ps: a fine stagione il Bari non riuscirà a salvarsi ma Igor diventerà capocannoniere. L’ultima pertita del campionato si gioca in uno stadio stracolmo di gente, contro la Juventus. Il Bari è già retrocesso ma li tifosi vogliono spingere Igor a conquistare il trono dei Bomber. Sarà l’unico assieme a Dario Hubner, a conquistare il titolo di capocannoniere retrocedendo in serie B.

pps: la foto che accompagna l’articolo mi è stata gentilmente fornita dal mio amico Michele Zonno. Ritrae Igor, bagnato e felice, mentre esulta dopo aver segnato il gol del 2 a 1. La dedica è ovviamente a Michele. Una perla che lui regala a tutti i tifosi del Bari.

prossima puntata: 19 maggio 1991 Bari – Milan 2 a 1

 

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

12 Comments —

  1. Ricordo bene quegl’anni,ero sempre presente allo stadio.Alla prima partita Bari-Lazio 3-3, 3 reti di Igor.Ma cè un’errore nella classifica marcatoti.Insieme ad Igor Protti ,si prese i meriti Beppe Signori.Solo che Igor fece 5 rigori e Signori 12.Questi sono ricordi di un Bari che passerà tempo prima che ritorni così grande.

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