Ci sono partite che non si possono dimenticare. E non perchè la tua squadra ha dominato in lungo e in largo strapazzando l’avversario. E nemmeno perchè, con un colpo di fortuna, le ha vinte al novantesimo su un contropiede inaspettato dopo un assedio durato 89 minuti. Ci sono partite che non le puoi scordare perchè gli schiaffi in faccia si fa fatica a dimenticarli, e basta. Il Bari champagne di Materazzi non c’è più. La squadra che ha stupito l’Italia andando a vincere due volte a Milano conquistando la simpatia delle tv internazionali a suon di trenini si è attorcigliata su se stessa. Una specialità di casa Bari quella di tessere e disfare la tela, proprio come Penelope, nel volgere di una sola stagione. Eppure da Bari sono partiti solo gli enfant prodige Bigica e Amoruso, destinazione Firenze, e il centravanti Tovalieri, troppo presto bollato come “finito”. La strategia non sarebbe del tutto sbagliata se solo Abel Xavier fosse stato presentato per ciò che era (un terzino, lo dimostrerà agli Europei del 200) e Sala e Kennet Andersonn non ci avessero messo un intero girone d’andata a capire il campionato italiano (cosa, tra l’altro, prevedibile).
E insomma si arriva alla sfida con la Sampdoria con l’acqua alla gol, Xavier in panchina, e il giovane Ventola al suo esordio in A da titolare a sostituire il lungagnone svedese. Il risultato è una frittata. La Samp passeggia al San Nicola con una tripletta di Chiesa, Ventola viene annullato da Riccardo Ferri, la curva inizia a sfottere Materazzi in maniera ironica ma molto ferma e la Società opta per un cambio di allenatore. Fascetti, spesso accostato in passato alla panchina del Bari, viene prelevato di forza dalle poltrone di Stadio Sprint e trova una squadra in difficoltà ma non certo spacciata. Protti attraversa il miglior momento della sua carriera e molti protagonisti della stagione precedente non possono essere diventati brocchi in un solo colpo. Fascetti dichiara subito che punterà su Abel Xavier e che il suo vero ruolo è quello di libero. A Cremona vedrete di che pasta è fatto il portoghese dice. Quale migliore occasione per partire per Cremona? Vedrai che città, una bomboniera, mi dice Leonardo, il mio amico nel frattempo trasferitosi a Brescia per motivi di lavoro.
È il 10 dicembre del 1995. Dopo aver fatto scorte di torrone ci rechiamo allo stadio, non prima di una puntata in Autogrill e per vedere le facce allegre e distese di Matarrese e Fascetti. Sembra si conoscano da una vita, pensiamo. Sarà il preludio di una lunga storia iniziata non nel migliore dei modi, in realtà. Vista la civiltà e l’educazione della città optiamo per i distinti, sciarpa al collo. Fossero tutte così le trasferte. Xavier è libero e capitano, è il giorno del suo riscatto. La Cremonese, allenata da quel gran signore di Gigi Simoni schiera tra gli altri il portiere Turci, il futuro capitano del Bari Gigi Garzya, Petrachi (ex Andria, oggi ds del Toro), De Agostini, Maspero e Florijancic. Fa il suo esordio in A l’italo – australiano Aloisi. Pronti via il Bari è già sotto. Punizione di Maspero ed autorete di Brioschi che di testa cerca di anticipare Florjancic. Siamo all’8 ed è già 1-0. Il Bari è in partita, attacca e sfiora il pareggio, che ottiene al 21′ con una punizione dai di 25 metri di K. Andersson che infila Turci con un rasoterra. 1 a 1. Finalmente. Per la gioia del pareggio sveliamo la nostra “baresità” ai vicini cremonesi, che in cambio sorridono. La partita è aperta, Fascetti ha dato una svegliata alla squadra. Pensiamo. Poi passano 5 minuti, e ci ritroviamo in un incubo.
Gualco di testa su angolo di Maspero 2 a 1. Testa di Aloisi su punizione Florijancic, traversa piena. Florijancic segna di testa su cross di Giandebiaggi: 3 a 1.Perovic di testa su cross di Maspero 4 a 1. Aloisi di testa su cross di Florijancic: 5 a 1, e non è ancora finito il primo tempo. Io e Leonardo immaginiamo l’espressione soddisfatta di Carlo Sassi a Quelli che il calcio e pensiamo alla fuga. Iniziamo anche ad intuire di che pasta è fatto Abel Xavier. Di pasta frolla. La Cremonese sembra il Real Madrid, Abel Xavier un palo della luce e Fontana, anche lui, va a farfalle su ogni pallone. A fine primo tempo chiedo una tregua a Leonardo, ma lui obietta che il Bari va seguito fino alla fine, nella buona e nella cattiva sorte. Mi sarà di grande aiuto questa sua affermazione per gli anni a venire. Qualcuno ci mette una mano sulle spalle, dimostrando comprensione. Il telefono di Leonardo squilla, qualcuno gli chiede se è tutto vero. Sì, ci stiamo cappottando.
Le sostituzioni di Fascetti servono solo a far capire a Brioschi e Gautieri che da quel momento in poi non sarà una stagione semplice, per loro. Al 15′ ancora Aloisi, su cross di Petrachi porta il risultato sul 6 a 1. Il tempo di un altro gol annullato alla Cremonese e il ritorno in campo di Tentoni che, giusto per partecipare alla festa, segna il gol del 7 a 1. Ok, Leonardo, per me basta così, andiamo a casa. Ti seguo. Prendiamoci un caffè insieme però prima di partire. Curioso constatare che Materazzi ha sostituito Fascetti a Stadio Sprint e il dispiacere per quelli che erano “i suoi ragazzi” appare sincero. Luzzara e Simoni, signori di altri tempi, si scusano con il Bari per il risultato troppo pesante. Fascetti dice che gli sembrava di essere su Scherzi a Parte. Una cosa è certa: da quel giorno non vedremo più Xavier a fare il libero. Adesso che ci penso non credo di averlo più visto in campo, a Bari.
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Si ringrazia per il prezioso contributo giornalistico l’amico Leonardo Losito, sempre puntuale e dettagliato.
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