Da piccolo volevo fare il giornalista. Mi è sempre piaciuto di più fare le domande che dare le risposte. Per questo, e per farvi venire voglia di leggere Domani No, ho deciso (anche se non mi avete chiesto nulla) di rispondere ad alcune domande che mi sono, ovviamente, fatto da solo. Magari può essere uno spunto per qualche giornalista/recensore. Buon divertimento.
Domani No è un libro autobiografico?
Assolutamente no. Questa volta non mi fregate. Ho provato a convincervi che neanche Ci sono notti che non accadono mai lo era, ma non ci sono riuscito. L’agenzia di pubblicità, il copy, la tesi, l’amore, il Bari… non ce l’ho fatta. Stavolta è la storia di un cantante famoso. Ergo, non ci provate. Se proprio insistete, vi dico che le canzoni che troverete nel romanzo le ho scritte io. Quelle sì.
Fa ridere?
Credo proprio di sì. Chi conosce il mio stile sa che non sono uno che fa sbellicare dalle risate. Preferisco strappare un sorriso. Credo di poterne legittimamente strappare almeno sette (li ho contati), soprattutto grazie ad alcuni personaggi minori. Ma anche Ernesto Boavida sa far ridere, credetemi.
Fa piangere?
Non amo far ridere e basta. Quindi preparate qualche fazzoletto. Mica parliamo di melodrammi ma di quel fondo di malinconia che nelle mie storie c’è sempre. Non posso dirvi altro.
Perchè Domani No?
Perché cercavo un titolo che non sembrasse un film di Lina Wertmuller dopo In giro per l’Europa con la maglia di Vieri e Ci sono notti che non accadono mai. Comprendete il mio disagio. E comunque Domani no è un titolo che invita a non rimandare, a passare all’azione. Suona cazzuto ed è pure il titolo di una canzone di Boavida. Che poi sono io, anche se il romanzo non è autobiografico. Sono stato contorto, immagino.
Parli spesso di Bari nel tuo romanzo. Come mai?
Perchè adoro la mia città più di ogni altra cosa al mondo e perché sa farsi raccontare. Molti film e romanzi sono ambientati a Bari e credo non sia un caso. Questa storia però viaggia molto on the road e vi porterà in posti davvero inediti.
A quale dei personaggi sei più affezionato?
Grazie, Cristiano, per la domanda. Adoro descrivere le donne e per questo il personaggio di Maria è quello al quale mi sento più legato. Non posso dirvi di più, mica voglio fare lo spoiler.
Hai percepito dei miglioramenti rispetto al tuo ultimo romanzo?
Assolutamente sì. La scrittura è più matura, scorre meglio. Io miglioro, penso meno a me e di più al lettore. Mi sono preso qualche rischio: una storia più intrecciata, dei personaggi scomodi, ma alla fine si legge piacevolmente. Così mi dicono.
Sei soddisfatto?
Mai.
C’è qualche altro progetto nel cassetto?
Ogni giorno riempio il cassetto di progetti. Se ne penso 100 uno lo realizzo. Credo sia una questione matematica.
Hai altri obiettivi per il futuro?
Trovare la è accentata maiuscola su WordPress e poter iniziare una frase con il verbo essere.
Scriverai ancora romanzi?
Non è detto. Pensavo di scriverne uno in tutta la vita e sono al terzo. Se alla gente piace e io miglioro continuo a scrivere. Altrimenti sto bene anche senza.
Vuoi ringraziare qualcuno?
Sì grazie. Carla Palone, Veronica Vuoto, Serena Coppa, Graziano Giacani, Alice Bellagamba e i Martin Kleid. Domani no è anche roba loro.
Ce la fai a darci 10 buoni motivi per leggere Domani no?
Ci provo, di getto.
1) Perché è un fonoromanzo e le canzoni di Ernesto Boavida le ho scritte io.
2) Perché “Claudio Barresi” (le virgolette sono volute) è un personaggio che farà parlare molto di sé, non solo a Bari. Io l’ho conosciuto davvero.
3) Perché il protagonista è un cantante e la sua canzone, grazie ai Martin Kleid, l’abbiamo realizzata davvero.
4) Perché vi dimostrerò che oltre a saper raccontare il calcio so raccontare anche la musica. Soprattutto quella italiana degli anni ’80/’90.
5) Perchè ci sono tre personaggi femminili diversi e contorti. Non per niente tre ragazze mi hanno aiutato a delinearne le caratteristiche. Non fate illazioni stupide, vi vedo.
6) Perché questa storia ce l’avevo dentro da un po’. Dovevo solo sviscerarla.
7) Perché da bambino volevo fare il cantante e siccome non ci sono riuscito nella vita (meno male) spero almeno di esserci riuscito in un romanzo.
8) Perché scoprirete che differenza c’è tra un’amante e un amante.
9) Perché non è un romanzo autobiografico ma ci troverete tante scene che avete vissuto.
10) Perché Ernesto Boavida odia il calcio ma non rinuncia, in una occasione, a raccontarlo. Prendetelo come un cammeo ai personaggi precedenti.
Se almeno 3 motivi tra questi vi incuriosiscono, siete sulla buona strada.
Il resto lo potete scoprire leggendo le prime 30 pagine del romanzo.
Si è scherzato ovviamente. Mica tanto.
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