La notizia è che nella domenica in cui le grandi vincono tutte tranne una, il Napoli, quella che sta davanti, la Juve, aumenta il suo distacco dalla sua più immediata inseguitrice. Nella sfida tra seconde, o presunte tali, vince l’Inter. Il Napoli arriva a questa partita in maniera piuttosto indolente. E non è la prima volta. Ne avevamo parlato dopo la sconfitta di Torino e dopo il pareggio interno contro il Milan. Nel momento decisivo la squadra di Mazzarri si perde. Peccato. L’Inter a questo punto non può nascondersi. Ha battuto le prime due del campionato, ha trovato un Guarin formato grande squadra (a me piace molto anche quando tutti dicono che è lui la causa delle sconfitte) e soprattutto ha ritrovato Cassano. Con Fantantonio l’Inter è un’altra squadra. Che piaccia o no sono sue le invenzioni che spaccano la partita, che la mettono sul binario preferito di Stramaccioni. Dopo basta mettersi in ordine là dietro, con una buona difesa e tre mediani a coprirli. Certo si soffre, e l’Inter ha sofferto, ma alla fine sono tre punti che pesano tantissimo. In una domenica in cui, come già detto, rimettono il naso fuori tutte le grandi squadre. Il Milan prima di tutto. Non fosse stato per quell’inizio disastroso adesso staremmo parlando di altro. Allegri sembra aver rimesso a posto le cose. Capigliature (inguardabili) a parte il Milan è tornato ad essere una squadra di tutto rispetto. Bravo l’allenatore a non scomporsi, o peggio ancora deprimersi, e a tornare al vecchio modulo con un Nocerino troppo prezioso per essere accantonato come un De Rossi qualunque (mi sia concessa la battuta). Gongola Silvio Berlusconi che ormai è tornato alle vecchie abitudini. La discesa in campo, via elicottero, a Milanello, il venerdì pomeriggio è qualcosa di più di un gesto simbolico di un buon padre (o nonno) di famiglia. Questo Milan giovane, che taglia ingaggi pesanti, che predica l’austerity annunciando che Balotelli non è un acquisto sostenibile sarà, sono pronto a scommettere, lo spot elettorale del 2013. Ben diverso da quello di quasi 20 anni fa, quando per conquistare gli italiani la metafora sportiva preferita era quella del magnate che spende e spande acqustando campioni da ogni parte del mondo. I tempi cambiano. Ma i campioni restanto. Ne è la prova Totti, immenso nella bellissima partita tra Roma e Fiorentina, un piacevole spot per il calcio italiano. Un giocatore in formato Mondiale. Semplicemente superbo, illuminante, decisivo. La Roma sembra aver trovato la quadratura del cerchio. Si parla molto dell’assenza di De Rossi e poco di Bradley. Anzi, non ne parla nessuno. Ma l’americano, negli schemi di Zeman, si è ritagliato un ruolo prezioso ed è lui, a mio parere a dare equlibrio (e quindi svolgere un ruolo delicatissimo) ad una squadra che tende a farsi prendere dal piacere leggittimo della giocata. La copertina quindi è sua. Ancche se nella vittoria della Roma ha un peso decisivo anche Viviano, portiere della Fiorentina. Tifosissimo della squadra in cui gioca, tanto da chiamare sua figlia Viola, rischia di trasformare il suo sogno in un incubo. A Firenze tifosi e stampa non sono leggeri con lui.

Sabato mette lo zampino sul primo e sul terzo gol. E adesso gli errori iniziano ad essere troppi anche per un tifoso. Nemo profeta in patria. A Palermo torna in scena Antonio Conte. Scatenato come suo solito, danza e accompagna la squadra che si mangia l’impossibile rischiando di tornare dalla Sicila con un solo punto fino a quando, puntuale ma mai scontata, arriva la rete decisiva. La firma Liechsteiner, e non è un caso. Quando gli attaccanti sbagliano tutto alla Juve ci pensa spesso un esterno a timbrare il cartellino. Bentornato al Mister, comunque. Durante questi mesi in ghiacciaia ci ha fatto davvero tenerezza. La sua forza è stata quella di non far pesare minimamente la sua assenza. La classifica di serie A e la vittoria del girone in Champions League, in un gruppo tutt’altro che agevole, parlano chiaro. Al di là delle grandi segnalo una nuova sconfitta del Genoa (Del Neri al capolinea?), un altro gol di Paloschi e una nuova vittoria del Chievo in trasferta. Corini ha rivitalizzato una squadra che sembrava spenta, demotivata. E invece sarà ancora una volta un avversario molto ostico che probabilmente anche stavolta si salverà. Chiudiamo con una finestra sul calcio inglese.

Oggi si è giocato il derby di Manchester. Spettacolare, con lo United in vantaggio per 2 a 0, poi ripreso dal City a 4 minuti dalla fine. Ci pensa Van Persie, al novantaduesimo, a colorare di rosso il cielo di Manchester. Una sconfitta che probabilmente peserà sul destino di Mancini che a dicembre è già fuori da un’Europa che doveva dominare. Mourinho è alla finestra. A fine stagione potrebbe lasciare il Real per abbracciare uno sceicco. Parigi o Manchester le destinazioni. E comunque vada non se la passerà male, il buon Josè.

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

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