E poi arriva il loro giorno, quello dei comprimari. Dei carneadi. Giocatori passati da Bari per 6 mesi e presto dimenticati. Perchè essere decisivi in una partita non vuol dire scrivere la storia, ma certo i tifosi non si scorderanno facilmente quello che accadde il 29 novembre del 2009. Il Bari viene da una sconfitta piuttosto pesante, 3 a 1 sul campo della Roma. Una sconfitta solo sul campo però: i baresi hanno letteralmente invaso Roma. Una curva intera colorata di biancorosso, 12 mila cuori per una trasferta di oltre 400 chilometri. I romanisti per prendere in giro i laziali, una settimana dopo, in occasione di un derby diranno: “Ahò, siete meno dei baresi“. Ma sul campo il Bari viene travolto dalla tripletta di Totti. Non c’è partita e un po’ il Bari appare imborghesito, come se avesse dimenticato di essere una neopromossa che deve lottare con il coltello tra i denti, dopo le bellissime prestazioni di Milano (contro Inter e Milan) e Genova. Ecco perchè la partita contro il Siena è una gara delicatissima. I toscani sono in una bruttissima (e per certi versi inaspettata) situazione di classifica. Contrariamente alle loro abitudini hanno già esonerato due allenatori: Marco Giampaolo e Marco Baroni. In occasione della partita contro il Bari fa il suo esordio in panchina l’inossidabile Alberto Malesani, uno che, statistiche alla mano, ha quasi sempre fatto punti contro il Bari. Il pubblico non è quello delle grandi occasioni ma io ci sono. Strano pensare che gli spettatori paganti sono pochi di più rispetto alla trasferta di Roma. La squadra sta giocando bene, ha grinta, cuore e corsa e meriterebbe lo stadio pieno solo per questo motivo. Ma evidentemente il tifoso barese non la pensa così. Molto meglio le partite contro le grandi, riempire lo stadio contro il Milan, l’Inter e la Juve e lasciare partite come questa ai soliti fedelissimi.

A volte il tifoso barese non sa cosa si perde. Malesani stravolge la sua squadra riproponendo Vergassola a centrocampo e Maccarone unica punta. Ghezzal gioca a sinistra, in un ruolo che lo vedrà protagonista (per modo di dire) anche a Bari. Ventura invece propone a sorpresa Koman a sinistra lasciando in panchina Allegretti, per il resto la formazione è la solita con Bonucci e Ranocchia centrali, Masiello e Parisi sulle fasce, Alvarez a destra, Donati e Almiron al centro e Meggiorini – Barreto in attacco. Quest’ultimo è leggermente acciaccato, ma recupera all’ultimo e viene schierato titolare. La partita inizia con una sola squadra in campo: quella più arrabbiata. Quella che deve salvarsi, quella che ha più bisogno di punti. E non è la nostra. Il Siena tiene palla per tre minuti di fila, i primi. Il tempo di passare in vantaggio. Cross sporco di Del Grosso e Vergassola, al centro dell’area in mezzo a quattro difensori, anticipa Gillet in uscita. Uno a zero Siena. Forse ci siamo montati la testa. Forse abbiamo pensato troppo presto di essere la rivelazione del campionato. In serie A se ti illudi un attimo le prendi di santa ragione. E noi non siamo nessuno. “Ricordiamoci chi siamo e da dove veniamo” ripete sempre Mister Libidine Ventura. Una frase che 12 mesi dopo gli si ritorcerà contro. Ma i giocatori del Bari hanno bisogno di sentirsi dire chi sono e da dove vengono. Sei Bonucci e l’anno scorso, a quest’ora, stavi retrocedendo con il Pisa in C. Sei Masiello e non hai mai giocato in A. Sei Ranocchia e l’anno scorso eri la riserva di Stellini in B. Sei Meggiorini e i gol in vita tua li hai fatti solo con il Cittadella. A perdere la testa ci vuole un attimo. Lunghissimo. Il Siena continua a tenere palla; Malesani, che è una vecchia volpe, chiede ai suoi di spingere sull’acceleratore per cercare di chiudere la partita. Il Bari prova a reagire ma non trova mai lo spunto di uno dei suoi giocatori di fascia, ben controllati da Rosi e Fini. L’unica occasione capita tra i piedi di Barreto che, su perfetto assist di Parisi, ha tutto il tempo di stoppare e controllare, da solo, al centro dell’area. Ma il brasiliano sceglie una timida mezza rovesciata che finisce tra i guantoni di Curci. E si intuisce subito che, per il brasiliano, non è una grande giornata. Nel secondo tempo il sole cala e il San Nicola si illumina. Anche il Bari si accende, non prima di essere graziato da Vergassola che, solo davanti a Gillet, spedisce questa volta a lato. Poi Alvarez mette il turbo a destra, arriva sul fondo e crossa per Koman che di prima, di piatto, serve Barreto.

Che solo al centro dell’area deve solo prendere la mira. Ma il suo piattone sinistro finisce incredibilmente alto sulla traversa. La faccia del brasiliano, il suo inconsueto scuotere la testa, la dice lunga. Non è una partita memorabile per lui. Il Siena tiene e Malesani, a 15 minuti dalla fine, comincia a gustare il sapore dei tre punti. Ventura però non ci sta e sorprende tutti con una delle sue due intuizioni di giornata. Fuori Barreto, stanco e poco ispirato, dentro una punta di peso, più abile nel gioco aereo e con tanta fame: lo chiamano il Lupo, di cognome fa Greco. La sua presenza si fa sentire immediatamente, ma non è lui a trovare la porta. Ci pensa un difensore al 33′ della ripresa. Calcio d’angolo dalla sinistra, Bonucci sfiora soltanto di testa. Quel tanto che basta a “sporcare” il pallone e recapitarlo tra i piedi di Andrea Masiello. Il quale calcia di prima con un piede che non è il suo, il sinistro. L’area è intasata, piena di giocatori e il campo pesante non facilita la soluzione rasoterra. Ma il tiro di Masiello è un fendente preciso, violento, angolato. Palla sul primo palo e rete del pareggio. In tribuna, in curva e sugli spalti ci si scalda. Si urla, il pareggio è fondamentale per non farsi scoraggiare da brutti pensieri. Per tenere una diretta concorrente a distanza. E poi c’è quella di sensazione di non aver sbagliato a venire allo stadio, che il bello debba ancora venire. Solo una sensazione, eh! Tutti corrono ad esultare sotto la curva. Il lupo no. Lui va verso la porta a prendere il pallone. Lui sa che il bello deve ancora venire. Lui vuole vincerla quella partita, la sua partita. Kamatà, entrato al posto di Alvarez, mette al centro un altro pallone qualche minuto più tardi. Al limite dell’area arriva Bonucci che tira di collo pieno, a botta sicura. Curci resta a guardare ma il pallone finisce alto sulla traversa e il centrale biancorosso si mette le mani tra i capelli. Non è finita. Ventura mette dentro anche Antonelli. Uno che il campo l’ha visto pochissimo. Uno che il gol più importante per il Bari l’ha fatto quando giocava nella Triestina, sei mesi prima. Rete della vittoria giuliana a Livorno e Bari matematicamente in serie A. Antonelli entra subito in partita con un paio di accelerazioni. Ma al 93‘, quando tutti sembrano accontentarsi, lui decide di mettere il turbo e superare Terzi sulla fascia destra. Il terzino del Siena è già ammonito e non interviene fallosamente. Antonelli riesce a mettere al centro un pallone difficile. Difficile per un’uscita del portiere ma anche per l’intervento di un attaccante. Non se si tratta di un Lupo. Greco sceglie perfettamente il tempo della scivolata e impatta il pallone nell’unico spazio libero anticipando il marcatore e fulminando Curci con una piatto sinistro all’angolino. Il San Nicola esplode, il Bari trova il gol del vantaggio all’ultimo assalto, qualcuno perde la voce, qualcun’altro si abbraccia forte. E lo ricorderà a lungo quell’abbraccio. Il Lupo corre sotto la curva, ed è curioso vedere che il primo a corrergli incontro è proprio Antonelli. Entrambi sanno che andranno presto via da Bari, entrambi sanno di far parte solo marginalmente di un progetto, quello di Ventura, ma nessuno dei due sa che, in fondo, anche se solo per un’azione, i tifosi del Bari e in primis questo che scrive questa stronzata di rubrica, non li dimenticheranno facilmente. L’emozione della rimonta sul Siena, nel campionato 2009, è pari alla vittoria contro la Juve e al pareggio contro l’Inter. Credeteci. Credetemi.

ps: Greco e Antonelli andranno effettivamente via a gennaio. Il primo a Modena, il secondo andrà al Torino per poi far ritorno alla Triestina con la quale retrocederà. Oggi gioca nel Lumezzane ma le sue accelerazioni sono ancora quelle di una volta. Malesani, nonostante una rimonta esaltante, non riuscirà a salvare il Siena che però ci porterà via Giorgio Perinetti. E vi assicuro che è meglio retrocedere e prendere Perinetti che salvarsi e perderlo. L’abbiamo provato sulla nostra pelle. Oggi a Siena si fa calcio in tutti i sensi. A Bari no.

prossima puntata: Bari – Fiorentina, 23 ottobre 1993

 

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

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