Perché uno dovrebbe starsene a scrivere il sabato sera, anziché prepararsi per uscire? (e sono anche in ritardo, tra l’altro). La risposta sta nel fatto che deve trattarsi proprio di una passione innata. Il calendario editoriale può andare a farsi fottere, perché le cose più sentite devi dirle quando ti vengono, e hai voglia a programmarle. Il lunedì alle 9 c’è più gente disposta a leggere un articolo come questo. Sì, ma io voglio farlo uscire ugualmente il sabato alle 9. Perché stasera mi va.
Ultimamente sto studiando molto. È fisiologico, sono alle prese con un libro, e per parlare di Content Marketing devo informarmi, provare, intervistare. Parlo con aziende, con blogger, con socialmediacosi, leggo articoli in inglese, scarico libri, seguo corsi interessantissimi su Lynda. Il tempo non c’è, lo sappiamo tutti. Ma ce lo facciamo bastare lo stesso. Perché non è solo una questione che riguarda il libro, ma qualcosa di molto più profondo, alla base. Se voglio migliorare devo studiare, e di questo tempo ne ho bisogno. Quando mi rendo conto che sto facendo un lavoro per abitudine, quello è il momento in cui mi fermo. Magari rinuncio a qualcosa, archivio qualche progetto e qualche attività, le rimetto in ordine. Faccio meno aula, mi prendo qualche mese per stare fermo a studiare cose nuove. A praticarle, nei limiti del possibile.
Credo dovrebbe essere un obbligo per tutti, fermarsi a studiare. Rivedere le cose fatte, fare un bilancio obiettivo, misurare le proprie azioni, ma non con quelle stronzate di metriche tipo i KPI. Si tratta di misurare il proprio lavoro in termini di soddisfazione, tua e del cliente. In termini di cose imparate e di cose trasmesse. Sostituire i casi di successo con le cose che abbiamo fatto succedere, e il know how con il pensiero critico. Non lo so che lavoro farò tra cinque anni. Se sarò ancora a sbattere la testa (è un piacere, sia ben inteso) contro i social network o mi sarò innamorato di altre questioni, nel frattempo. So che finché avrò voglia di imparare, e riuscirò a ritagliarmi il tempo per farlo, avrò la possibilità di essere migliore.
Che è un concetto molto più interessante di “avere un mercato“, perché oggi, perdonatemi, questi termini mi hanno un po’ fracassato le palle. Se volete sapere l’elenco dei tool per gestire al meglio i social, o gli strumenti migliori per l’organizzazione del Content Marketing, vi invito a seguire i miei post professionali su LinkedIN. Qui si parla di altro, e viva Iddio, visto che è sabato sera. E allora mi prenderò ancora tempo per leggere, per viaggiare, per ascoltare buona musica e rispondere alle domande di chi è curioso di capire come un umanista può restare a galla in questo mondo qui. L’articolo più letto di questo blog, la rivincita dei laureati in lettere, mi permette ogni giorno di rispondere a ragazzi e ragazze che non vogliono rinunciare alla loro passione di studiare. E perché dovrebbero? Finché saranno in grado di mettersi in gioco, ci sarà un futuro per loro.
Io ho una grande fortuna: faccio un lavoro che amo, che mi sono costruito, e che mi fa svegliare ogni giorno sereno. A volte con un sorriso, a volte un po’ più incazzato, ma poi passa, perché è un lavoro meraviglioso. I social raccontano una storia vera: quella di un uomo che viaggia, che visita un sacco di posti, che ha tanti interessi. Poi, ovvio, i social non raccontano il resto, e cioè che la mia storia familiare potrebbe essere la sceneggiatura di una tragedia greca. Non racconta i sacrifici fatti per lasciare la mia città, non racconta di quel periodo in cui sono stato nomade ed ho dormito pure in macchina, ma perché dovrebbero? Siamo nella like economy, prendiamo solo il bello. È più comodo. Allora, visto che sono le 9 di un sabato sera, chiudo i libri e vado a prendere un po’ di aria fresca. Poi domani mi rimetto a studiare. Perché uno come me è condannato a non accontentarsi di quello che fa. Uno come me deve migliorare sempre, trovare il modo per fare la differenza. E per farlo ti devi fermare un po’. In fondo studiare non stanca, lavorare nemmeno.
Io ieri (sabato) ho scritto per tutto il giorno fino a sera. Fuori di casa c’era un casino della madonna, ma a un certo punto succede sempre che “entro” in quello che scrivo e non mi accorgo più di nulla, neanche del tempo, neanche che il mio stomaco sta brontolando per la fame. In un attimo s’è fatta l’una di notte. Oggi (che è domenica) non ho ancora finito di scrivere e non mi sono ancora stancata.