L’ultimo lunedì di agosto è già il primo di settembre. Per molti di noi una sorta di capodanno, la fiera dei nuovi propositi, il giorno dei grandi inizi. Non so se a voi capita, ma di solito io faccio molta fatica a prendere sonno la sera prima di questo lunedì. Dai tempi della scuola. La mia proverbiale calma diventa qualcosa di molto simile ad un sentimento di eccitazione, tendente al nervosismo, condita da un pizzico di ansia per quello che sarà. Lo prendo da sempre come un segnale positivo, vuol dire che sono vivo e che ho voglia di migliorare. Che non esiste un piano prestabilito, un canovaccio sempre uguale, che si vive di inizi e di “eccitazioni da prima volta”.

Quando tutto ti sorprende e nulla ti appartiene ancora 

È un lunedì particolare però. Il nostro schema è saltato, forse definitivamente. Se a inizio anno – il 1 gennaio – non avevamo idea di cosa ci aspettava e che un virus avrebbe modificato le nostre abitudini più radicate, oggi siamo come alunni che entrano in una nuova scuola. Per molti è cambiata la sede, per altri sono cambiati i professori, per alcuni i progetti a lungo termine. In fondo, non c’è una grande differenza tra noi e i tanti ragazzini che a breve torneranno a scuola. Chi sarà il nostro compagno di banco?

Sarà uno solo – difficile – o dovremo rassegnarci, magari felicemente, ad averne tanti, seppur adeguatamente (e socialmente) distanziati? Forse sarà questa la grande novità. Noi e il nostro banco solitario, ovunque esso sia posizionato, dovremo abituarci ad un nuovo settembre, lontano da quello dei “Pastori”, quello che ci ricordava che era tempo di migrare e che abbiamo imparato a memoria ai tempi della scuola. Qualche giorno dopo il suono del sax de “L’estate sta finendo” – a proposito, ma perché i nostri genitori godevano così tanto nel farci sentire quella canzone? – arrivava la litania di quelle strofe che scandivano inesorabilmente il tempo.

In molti non migreranno però, perché nei mesi scorsi hanno scoperto che possono restare a casa loro. Noi faremo progetti che probabilmente dovremo rivedere ad ottobre, a novembre e a dicembre. Dopo aver completamente saltato una primavera, non sembra una prospettiva così tragica, quella di cambiare i programmi in corsa. Magari ci farà bene. Accetteremo la possibilità di propositi meno “radicali”, la dieta, il corso di inglese, la palestra, il teatro, lo spinning e chi più ne ha più ne metta, e ci renderemo conto che i nuovi inizi, quelli davvero importanti, sono tutti i giorni? E non necessariamente l’ultimo lunedì di agosto, che poi è il primo di settembre. Nel dubbio, buon capodanno a tutti.

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

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