Antonio Conte ci avrebbe messo la firma. Rimanere a 6 punti di vantaggio, dopo lo scontro diretto, quello che qualche settimana fa (nei sogni dei napoletani) doveva valere l’aggancio, è tanta roba. E chi conosce il calcio sa che superare indenni febbraio è il miglior viatico per lo scudetto. Adesso la strada è in discesa e la stessa partita di venerdì (ora però ridateci la domenica!) ha detto che i bianconeri possono gestire il vantaggio con grande consapevolezza nei propri mezzi. Nonostante la Champions. Resta semmai la domanda opposta: quando il Napoli riuscirà a spiccare definitivamente il volo. Sembra che a Mazzarri manchi sempre qualcosa. In questo momento quel qualcosa è Cavani che non segna neanche per sbaglio.

Si riprenderà. Nel frattempo a fare gol ci pensa Inler. Ennesimo tiro imparabile (anche se stavolta deviato) da distanza siderale. Quando lo svizzero calcia fa davvero male. Almeno quanto un gomito di Cavani sul naso di Chiellini, o viceversa una nasata di Chiellini sul gomito di Cavani. Non entro nel merito, ma mi piace sottolineare la sportività dei due che a fine partita si scambiano la maglia. In campo si danno e si prendono, l’importante è che tutto finisca lì. Per questo dico bravo a Chiellini, giocatore che non mi è mai stato troppo simpatico. Ha impreziosito la sua partita con un gol che forse varrà lo scudetto e ha reagito ad un torto subito senza perdere la testa, chiudendo il caso al novantesimo. Gladiatore. Applausi meritati.

Gli stessi che merita il Milan. Alzi la mano chi avrebbe creduto a questa straordinaria rimonta qualche mese fa. Oggi il Milan è la squadra più in forma del 2013, uno di quelle che in Europa ha fatta più punti. Non è Balotelli dipendente, anzi c’è da dire che l’arrivo di Mario ha fatto bene a tutta la squadra che contro Barcellona e Lazio ha sciorinato (volevo dirlo, è stato più forte di me) prestazioni maestose. Certo la Lazio può recriminare. Rimanere in 10 dopo venti minuti, con una formazione già rimaneggiata e contro il Milan di questi tempi, non è il massimo della vita. Ne ha approfittato Pazzini per segnare due gol proprio nel giorno in cui Cassano litiga con Stramaccioni e viene messo fuori rosa. Se non è perfidia questa. Credo si stia avverando il pronostico di quel grande intenditore di calcio che è Mario Sconcerti, il quale aveva detto che nel breve ci avrebbe guadagnato l’Inter (il barese è uno che ama iniziare con grandi motivazioni) ma alla lunga il Milan si sarebbe giovata di più della continuità di Pazzini. Così è, se vi pare. Tra qualche settimana il Milan andrà a far visita alla Juventus. Cosa accadrebbe se vincesse anche a Torino? Sarebbe folle pensare a qualcosa di meglio di un terzo posto?

La Lazio sembra aver mollato. Il motivo ha un nome: Klose. Senza l’attaccante tedesco questa squadra è da quinto – sesto posto. E Saha sembra sulla stessa strada di Anelka e Carew, al quale dedicheremo un capitolo a parte. Il viale del tramonto. Mettiamoci anche che in questo momento la finale di Coppa Italia e gli Ottavi di Europa League stuzzicano maggiormente l’appetito dei laziali. In effetti quella di Pektovic mi sembra un’ottima squadra da scontro diretto o da partita secca. In 11 contro 11 può giocarsela con chiunque. Con talento, solidità, carattere e tattica. Lo farà. Magari a discapito di un piazzamento Champions che al momento sembra più distante di ciò che dice la classifica (appena un punto in meno del Milan).

Poteva essere la grande serata del Catania, ma alla squadra di Maran è venuto il classico braccio del tennista. In vantaggio di 2 a 0 sull’Inter e con il passaporto già a portata di mano, ha accusato la classica crisi di vertigini. Permettendo così all’Inter orfana di Cassano e con Palacio in panchina, di rimontare e ottenere una vittoria fondamentale. Giova ricordare, siccome non sono così giovane come sembra, che un decennio fa, Gigi Simoni fu esonerato dopo una partita praticamente identica a questa. Non voglio dire che Stramaccioni non meriti fiducia, ma di certo questa vittoria deve essere presa con le dovute cautele. Più che altro è sembrato il colpo di coda del gruppo storico, lo dimostra l’abbraccio tra Stankovic (bentornato!), Zanetti e Cambiasso. E mettiamoci Palacio che è davvero il valore aggiunto di questa squadra. Fossi in Moratti andrei comunque fino in fondo con Strama, le sue certezze e le sue insicurezze. Se un qualche genio c’è in questo allenatore, è bene aspettare almeno fino a fine stagione.

Quello che non si può sopportare è che arrivino alla Pinetina giocatori in prova. Soprattutto se sono ex giocatori come Carew. Non ho nulla contro il norvegese (che già non mi piaceva quando giocava) ma pensare di tesserare uno che nell’ultimo anno ha fatto l’attore non è una mossa da grande squadra. Arrivato a Milano in condizioni indecenti, Carew è stato rimandato a casa dopo appena 3 giorni. Non era meglio valutare prima e scegliere un altro svincolato? Non basta Rocchi? E perchè quest’ultimo è stato preso? Troppi interrogativi inevasi.

Meritano una citazione Sampdoria e Bologna. I doriani continuano con il loro straordinario girone di ritorno. A questo punto sognare l’Europa non è vietato per Delio Rossi e company. Il Bologna vince la seconda partita in casa in cinque giorni e mette in luce un Diamanti straordinario. A 30 anni le strade sono due. O il ragazzo fa una scelta di vita e resta rossoblu oppure la Società deve venderlo subito per fare cassa. Prendersi un anno sarebbe deleterio. In ogni caso mi piace accumunare queste due squadre perchè fanno parte di un progetto al quale sono molto legato: quello di Etwoo. Da quando hanno aderito all’iniziativa dell’asta del match praticamente hanno vinto sempre. La beneficienza porta fortuna.

Complimenti a Totti e al suo 225esimo gol. Penso ad una generazione di tifosi che non ha mai visto la Roma senza lui e un po’ mi commuovo. Nel 3 a 1 contro l’ottimo Genoa di Ballardini è il capitano ad aprire le danze e il baby Romagnoli a chiudere. Un ragazzo del ’95 che non era ancora nato quando il giovane Pupone esordiva in serie A. Correva l’anno 1993. Io me lo ricordo. In momenti come questi realizzo che il calcio è davvero la più seria delle cose meno serie. E mi vanto di esserne appassionato.

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

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