1. Fabrizio Pieralisi, recruiter Loccioni, mi ha proposto di raccontare la mia esperienza personale in Azienda. Anzi, in Impresa. Ho imparato che in Loccioni preferiscono che si dica così. Esattamente come preferiscono la parola “collaboratori” a “dipendenti”, ma questa cosa non ha dovuto ripetermela due volte. La penso come loro anche io. E comunque mi dice “Parlaci della tua esperienza“.

    Dentro di me penso “Sì, ma a chi può interessare?
  2. Con @criboavida per parlare di #personalbranding #Brandpeople http://instagr.am/p/V68DyUyBV6/
  3. Scopro immediatamente di aver torto. Una storia nella quale “l’eroe” (è un termine tecnico, non prendetemi troppo sul serio) lotta, inciampa, cade e si rialza decidendo di puntare tutto sulle proprie passioni e sulle capacità che gli altri gli riconoscono, può essere interessante per tutti. Soprattutto se questi ha l’umiltà di partire da un assunto fondamentale. Mi si può rimproverare tutto ma non la capacità di autocritica. E perciò, davanti a alla platea, l’ho detto:

    Durante la mia esperienza in azienda ho fallito perché mi sono limitato a fare il mio dovere. Niente di più. Anche io non mi sarei confermato“.
    Mi sono tolto un peso, a distanza di qualche anno. In un contesto d’impresa. Cari amici dell’Indesit, non ho mai pensato ad un complotto, sappiatelo. Se non sono stato confermato è stato solo per demerito mio.
  4. #Brandpeople è l’hastag per l’incontro con @criboavida http://pic.twitter.com/Bs3GWqbD
  5. Ho iniziato a raccontare la mia esperienza partendo da un fallimento: la mia avventura in Azienda si era conclusa e io dovevo rimettermi in gioco. Da cosa (ri)comincio? Massimo Troisi (ieri avrebbe compiuto 60 anni) suggeriva di ricominciare da 3.

    Tre cose buone le ho fatte nella vita, perché dovrei ricominciare da zero?
    Aveva ragione lui. Sono entrato in Agenzia, per occuparmi di accounting e pian piano ho iniziato ad assecondare la mia vera passione: la scrittura. Assecondare ed esercitare, provare, sporcarsi le mani e apprendere. Apro un blog e inizio a scrivere. Nessuno lo legge. Cerco una nicchia, la trovo, poi ne cerco altre. Insomma funziona. Una passione può diventare anche un lavoro. Una persona, un freelance, un collaboratre, lavorando duro (oltre 190 post scritti e molti libri letti) può diventare un Brand, nel suo piccolo.
  6. Ho iniziato a investire qualcosa (tempo soprattutto) su me stesso. Visto che ci sono questi meravigliosi Social Network, perché non usarli per un lavoro di Personal Branding? Ma cos’è il Personal Branding? Per quanto mi riguarda vi riporto la definizione di Luigi Centenaro, autore dell’omonimo libro. Definizione ripresa da Loccioni People in un tweet.
  7. #personalbranding è la scienza della prima impressione, la ragione per cui un datore di #lavoro o un #cliente ci sceglie #Brandpeople
  8. Dopo un’iniziale empasse mi accorgo che anche il pubblico inizia a partecipare, a twittare (ah, che parola soave), a condividere esperienze e sensazioni. Racconto come ho iniziato a collaborare con i ragazzi di Etwoo, come siamo arrivati, insieme, a lavorare con due squadre di serie A, la Sampdoria e il Bologna, partendo da una passione: lo storytelling sportivo.
  9. Rapidamente (un’ora è un tempo davvero troppo piccolo quando ci si diverte!) inizio a parlare della funzione della scrittura in azienda. Non parliamo solo di blog, brochure e portali. Sapete quante mail e messaggi vengono inviati ogni giorni in Italia? Oltre 400 mila. Alcuni rapporti con Clienti (quelli che ci pagano lo stipendio) e fornitori avvengono solo in forma epistolare.

    Possiamo davvero considerare la scrittura una competenza secondaria?
    Approfondisco l’importanza di comunicare con delle Persone, il tono da utilizzare, la nuova frontiera dello Storytelling. Casualmente indosso la stessa polo che ho sullo sfondo Twitter e nelle foto del profilo dei social. Sarà mica un espediente di Personal Branding? (Se è così, fatemi curare)
  10. RT @loccionipeople: oggi #leadership significa andare d’accordo con le persone e metterle in #relazione. Noi ci proviamo @criboavida http://pic.twitter.com/bD2AC9lF
  11. Passo ai suggerimenti pratici per creare una presenza coerente sui Social: identificare le proprie passioni, lavorare sui punti di debolezza e soprattutto… domandare!
  12. Qualcuno mi chiede dove trovo il tempo per svolgere tutte queste attività online. Gli rispondo che non avrebbe alcun senso senza quella offline. Convegni, incontri, chiacchierate, eventi, corsi di formazione. Cerco di spiegare insomma che il vero segreto è la presenza ALL LINE. Ergo, ci vuole il doppio del tempo. Ma è sempre meglio che passarlo davanti alla televisione.
  13. Solo in questa maniera è possibile dare un senso alla propria presenza in rete. Solo così la gente si ricorderà di te anche su Twitter o su Facebook. Per far capire che non sto dicendo cose campate per aria racconto questo caso. E lancio una provocazione: se poteste scegliere i vostri amici tra 11 milioni di persone, scegliereste gli stessi con i quali andate a fare la pizza il sabato sera?
  14. sfruttare i social per conoscere gente nuova e interessante…un #hobby da copiare a @criboavida!
  15. Dedichiamo gli ultimi 20 minuti alle domande e alle curiosità. La più bella è “perchè ti chiami Criboavida su Twitter?”

    Ne approfitto per pentirmene amaramente, non prima di una marchetta sul mio prossimo romanzo.

    Non lo cambio perché il protagonista di Domani No si chiama così“.
    I collaboratori di Loccioni apprezzano, non guardano l’orologio, anzi continuano a fare domande. Alla fine mi regalano più di un complimento.
  16. #brandpeople @criboavida troppo giusta anche la polo!anche se x soli 20 minuti,anche se nn vieni da bolzano! Grazie Cristiano!
  17. Alla prossima e grazie di tutto!
  18. Anche questa è fatta. Qualche pillola l’abbiamo data:) #Loccioni #brandpeople http://pic.twitter.com/xFgPcSQb

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

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