A Napoli non stanno più nella pelle. Il che è molto pericoloso, conoscendo l’ambiente. Mazzarri dovrà lavorare da pompiere da una parte, cercando di non far divampare troppo l’entusiasmo dei tifosi e della città, e da incendiario dall’altra, cercando di approfittare della crisi nervosa che ha colpito (non per la prima volta) Conte e Marotta dopo la partita contro il Genoa. Le polemiche non ci interessano, i veleni meno che mai. Come diceva Vujadin Boskov rigore è quando arbitro fischia. E l’arbitro di Torino non fischia nè in un area, nè nell’altra. Piuttosto mi soffermerei sul fatto che la Juventus produce molto e segna poco. Le punte sono tante e i giocatori che risolvono le partite sono pochi. Anche Vucinic sembra appannato. E stavolta Conte subisce anche il gol dell’ex da Borriello, che non esulta nonostante i fischi (ingenerosi) che i suoi vecchi tifosi gli riservano. Da domani si aggregerà al gruppo il nuovo acquisto Anelka. Dieci anni fa se lo contendeva mezza Europa. Il carattere gli ha giocato brutti scherzi, come quando disse che non avrebbe mai cantato la marsigliese e che nella nazionale francese la colpa veniva scaricata sempre sui neri e mai sui bianchi alla Gourcouff. Ma questo è il passato. Oggi gente come Carlo Ancelotti parla di un grande professionista. Bisognerà valutare la forma di un giocatore che viene dal campionato cinese, non il più competitivo del mondo, ed ha 34 anni, non più 24 come quando aveva un caratteraccio.
Il Napoli si diceva. La vittoria degli azzurri è fondamentale perchè arriva dopo un passo falso (stavolta intero, non mezzo) della Juventus e in un turno che sulla carta sfavoriva la squadra di Mazzarri. Che ha avuto anche la forza di tornare in vantaggio dopo essere stata raggiunta e per di più sul campo dell’unica squadra imbattutta in casa. Confermo le mie impressioni sul Parma ma credo che, al netto della bellissima prestazione di Cavani e compagni, non sia un caso che la prima sconfitta arrivi dopo la cessione di Zaccardo, un giocatore troppo sottovalutato e per molti famoso solo per aver segnato un autogol al Mondiale del 2006. Il Milan, a parer mio, ha fatto un ottimo affare a comprarlo. Donadoni si riorganizzerà, ne sono sicuro. Ora che il Napoli è a meno 3 il più grande errore sarebbe quello di nascondersi. Anche perchè, in questo campionato livellato verso il basso due campioni come Hamsik e Cavani non li ha nessuno.
Lo scontro diretto si gioca al San Paolo tra qualche settimana. La Juve andrà anche a San Siro, all’Olimpico (due volte) e dovrà fronteggiare un febbraio tremendo, con il ritorno della Champions. La Lazio si è suicidata. Prima o poi la striscia positiva doveva interrompersi, succede quando sei in rimonta, certo è che la sconfitta contro il Chievo brucia e adesso si diventa meno credibili a parlare di scudetto. Certo che la Lazio senza Klose è una mezza squadra, e non solo perchè non segna. Nelle ultime 10 giornate è il Milan la squadra che ha fatto meglio. Ad Allegri i miei complimenti. Ha saputo resistere, raddrizzare una squadra allo sbando facendo scelte coraggiose come il sacrificio di Pato e Robinho, ha lanciato dei giovani (Niang su tutti), ha richiesto giocatori utili come Zaccardo e si è rimessa in scia. Non vincerà lo scudetto e forse uscirà agli ottavi di Champions (il Barcellona è troppo forte) ma può arrivare terza e questo sì sarebbe un miracolo da parte di Allegri.
Delude ancora l’Inter. Con un centrocampo senza fantasia e con uno schema solo: aspettare la fiammata di Guarin. Cassano accende la luce a sprazzi e per il resto lo spettacolo lo da il Bari, pardon il Torino, con un Meggiorni strepitoso. La sua cresta è più discreta di quella di El Sharaawi ma il ragazzo farebbe la fortuna di molte squadre con i suoi movimenti. Ventura lo sa bene. La Roma e la Fiorentina fanno a gara a chi perde più occasioni. I viola non possono pensare di arrivare in Champions League senza un centravanti, ma soprattutto senza un portiere. Ma siamo sicuri che Neto sia più affidabile di Viviano? Intanto complimenti al Catania, che arriva a 35 punti e si conferma un laboratorio interessantissimo di squadra europea, non solo italiana. Una squadra che cambia allenatori, giocatori, addirittura DS (pochi si sono accorti che Lo Monaco è andato via) ma mantiene un’identità fortissima. Il merito è di Pulvirenti e di alcuni dirigenti che lavorano nell’ombra per portare in Sicilia giocatori come Gomez e Castro e rigenerare vecchi marpioni come Legrottaglie. A loro la mia copertina. Meritata.
Stupisce ancora Icardi. Il giovanissimo attaccante della Sampdoria segna 4 gol ed entro un paio di settimane deciderà se giocare nella nazionale argentina o in quella italiana. Una cosa è certa: ci troviamo di fronte ad un talento vero, purissimo. Pare sia anche un ragazzo con la testa sulle spalle, nonostante i 19 anni. E difficilmente resterà a Genova un altro anno. Chiudiamo con una parentesi sul calcio internazionale. Ogni domenica un dirigente del Galatasary si sveglia e compra un top player. Oggi è il turno di Drogba. Lo voleva la Juve, lo voleva il Milan, e alla fine è andato in Turchia. A Istanbul sognano in grande. Credo sia lo specchio di una nuova economia. Chi l’avrebbe mai detto.