Domani assegnano il pallone d’oro. Tra Messi, Iniesta e Cristiano Ronaldo (nomination fisse da anni ormai) manca Cavani. Ovviamente è una battuta ma certo tra i primi dieci giocatori del mondo c’è l’attaccante uruguayano, uno che segna una tripletta al mese e vince le partite da solo. La differenza tra il Napoli di questa sera e la Roma di Zeman è superficialmente qui. Destro sbaglia l’impossibile, seppur non da solo (anche l’americano Bradley ha sbagliato diversi gol ma non è quello il suo mestiere), mentre il Re Mida azzurro (ben assistito da un Pandev a grandi livelli) trasforma in oro tutto ciò che tocca. Resta il dubbio del perchè lasciare Osvaldo in panchina, ma sono riflessioni che spesso si fanno con il senno di poi, e quindi sono fini a se stesse. Con il senno di ora dico che la Roma ha giocato bene, ma con poco senno. Va bene lo spettacolo ma se lasci praterie ovunque, ci sta che prendi 4 gol. Specie se giochi contro un avversario intelligente. E quest’anno a Zeman è capitato già contro Juventus, Lazio e Napoli. Non è un caso.

Per il Napoli è una vittoria importantissima. Soprattutto perchè Mazzarri approfitta del passo falso della Juventus riducendo il distacco dai bianconeri a 7 punti. Peccato per la penalizzazione altrimenti potremmo considerare il campionato davvero riaperto anche per il Napoli. Di certo lo è (almeno numericamente) per la Lazio. Una Lazio che fino ad un quarto d’ora dalla fine era sotto in casa contro il Cagliari e mai avrebbe sperato, ieri sera alle 10, che oggi si sarebbe ritrovata a – 5 dalla Juventus. Numeri a parte, cinque punti sono pochi, la Lazio deve trovare la continuità che il suo (bravo) allenatore predica e qualche prezioso rinforzo. Ho sentito parlare di Lampard e credo non ci sarebbe nulla di meglio. I suoi 34 anni sono molto simili a quelli di Klose. E allora sì che ci sarebbe da divertirsi. Per ora fa rumore un dato: nelle ultime 8 giornate i biancocelesti hanno fatto 12 punti in più dell’Inter.

Che esce, e credo definitvamente, dal gruppo delle pretendenti allo scudetto. Hai voglia a dire che prima del gol la squadra aveva giocato bene, che Jonathan si è mangiato un gol che nemmeno all’oratorio e che Stramaccioni recrimina su qualche episodio in area avversaria. Il 3 a 0 finale è lo specchio di una squadra che cerca vice attaccanti e vice portieri senza risolvere il problema principale: manca un regista titolare e la grana Snejider non è stata risolta. Dopo la vittoria di Torino per l’Inter sono state solo sconfitte in trasferta. I numeri sono allarmanti (i punti sono gli stessi dello scorso sciagurato campionato) e le attenuanti non reggono. La squadra non è da buttare ma si rischia di passare per un altro anno di transizione che spesso è sinonimo di anno buttato specie se non è propedeutico a far crescere giovani talenti. Vedremo.

Alla fine stai a vedere che la vera anti Juve è la Juve. I bianconeri si autosconfiggono gettando al vento 3 punti già conquistati. In vantaggio e con un uomo in più i bianconeri hanno il torto di non chiudere la partita (manca qualche rigore in realtà) e lasciare una speranza alla Sampdoria. Speranza alimentata da un errore e trequarti di Buffon e da uno spettacolare Icardi. La Juventus dimostra che spesso le vacanze fanno male. Ora resta da vedere se questo è un imprevisto post natalizio o se c’è da allarmarsi tenendo conto che la Juve è già alla terza sconfitta. Per una squadra che l’anno scorso non aveva mai perso (ma ad onor del vero pareggiava troppo) è un piccolo campanello d’allarme. Fa piacere per Delio Rossi, allenatore messo alla gogna l’anno scorso dopo lo scontro con Ljiacic. Lungi da me voler minimizzare quel gesto. Fu molto brutto e la Fiorentina non poteva fare altro che sollevarlo dall’incarico. Ma nella sua esultanza saltellante di oggi pomeriggio c’è la faccia pulita del calcio. Si può sbagliare, chiedere scusa e ricominciare. E Delio l’ha fatto. Niente di più, niente di meno.

La domenica è favorevole anche al Milan, che avanza ancora un po’ e va a mettersi a ridosso delle prime, pronto ad approfittare di ulterirori passi falsi per dare al proprio campionato tutto un altro appeal. Di ciò che è accaduto in settimana a Boateng ho detto abbastanza in questo post, oggi conta la vittoria e quella contro il Siena non era una partita scontata. Bravo il Genoa a non perdere la bussola dopo le tante sconfitte di fila. La pazienza paga e Borriello è tornato bomber. Perde una grande occasione la Fiorentina sotto gli occhi di Giuseppe Rossi (acquisto intelligentissimo e in linea con la programmazione della squadra) e anche per i viola la sosta è stata deleteria. Va detto che sulla sua strada ha trovato un grande Perin, un portiere di cui sentiremo molto parlare e che merita la mia copertina in una domenica difficile per molti suoi colleghi, e che il Pescara non è quella squadra disarmata che molti descrivono. Piuttosto una squadra che perde spesso con risultati larghissimi dovuti alla giovane età e all’entusiasmo che spesso fa rima con incoscienza. Lo stesso entusiasmo che però ti fa cogliere risultati importanti (6 vittorie su 19 sono tantissime) come quello di oggi. Non mi stupierei se si salvasse come non mi stupirei se il Parma di Donadoni (uno dei migliori allenatori da Roma in su) arrivasse tra il quinto e il sesto posto. Una squadra molto organizzata, veloce e con giocatori di ottimo livello che hanno trovato l’ambiente migliore dove esprimersi. Per informazioni chiedere ad Amauri e Zaccardo. Citofonare a Collecchio.

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

3 Comments —

  1. Non seguo la serie A a meno che non ci sia la Bari. Mi aggiorno con i tuoi post che sono sempre un ottima sintesi. Bravo!

    Tommaso Volpicella

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