Il derby di Genova chiude una giornata di campionato piuttosto isterica. Espulsioni a raffica, giocatori che perdono la testa, allenatori in silenzio stampa, dirigenti che gridano al complotto. A Marassi si gioca una partita tesa ma agonisticamente corretta con due squadre mediocri e un pubblico meraviglioso. Penultima contro ultima solo per la classifica. Il calcio è qui, nella gradinata nord del Genoa che sventola le sue bandiere anche dopo il gol dell’1 a 3. Nella gradinata sud della Samp che canta che il cielo è sempre più blu. Ci pensa un ragazzino di 19 anni, Maurito Icardi, da Rosario. Lo manda Messi, dicono. Hanno giocato assieme a Barcellona. La cosa fa sorridere ma quando il ragazzo si beve tutta la difesa genoana costringendo Bovo ad un autogol alla Masiello (senza essere passato prima dalla Snai) la domanda è spontanea: ma perchè questo ragazzo ha aspettato tanto tempo in panchina? In ogni caso la Samp va sul 2 a 0, spreca l’impossibile, prende il 2 a 1, soffre e rischia anche di pareggiare. Ammetto di non essere mai stato un grande estimatore di Ferrara. Ma se la Samp avesse pareggiato questa partita sarebbe stato difficile dare la colpa all’allenatore con tutti i gol che i giocatori blucerchiati si sono divorati davanti a Frey.
Alla fine ci pensa ancora lui, il ragazzino, a chiudere la gara e salvare la panchina di Ciro (il grande, per una notte). Chissà che notte sarà invece per Del Neri. Sesta sconfitta e un difficilissimo rapporto con la piazza per lui. Un allenatore che fa fatica a farsi capire quando ha due mesi di precampionato, figuriamoci arrivando a campionato iniziato. A parte che fa fatica a farsi capire in generale con quel suo xhandfasdaòlnka. Punterà sul rientro di Vargas e sulla voglia di Borriello e Immobile. Ad occhio la loro coesistenza mi sembra difficile. Se non altro perchè due attaccanti fighi e con lo stesso ciuffo non si sono mai visti assieme. Che nostalgia di Aguilera e Skhuravy. Vince la Juve, pur pareggiando. Marchetti alza la saracinesca e fa i miracoli. Conte alterna tutte le punte ma non trova la chiave di volta per sbloccare una partita che avrebbe meritato di stravincere. Adesso sotto con il Chealsea. La mia impressione è che la Juventus, involontariamente ma non troppo, punti a fare il bis in campionato anche a scapito dell’Europa. Ma forse è solo un impressione e martedì ne sapremo di più. Il Napoli si fa male da solo facendosi rimontare, e non è la prima volta. Stavolta l’impresa riesce al Milan grazie al giovane talento più limpido del calcio italiano: Stephan El Shaarawi.
Nel disastro rossonero complimenti a chi ha creduto in luipur sapendo di non aver a che fare con il nipote di Mubarak. L’Inter spreca un’altra occasione dimostrando di essere lontana dalla consacrazione nonostante la vittoria di Torino. Stavolta perde la pazienza anche Stramaccioni, e a me tocca fare ammenda visto ciò che dissi due settimane fa. Il rigore c’è, all’ultimo minuto, ma il Cagliari non ruba niente. E se devo essere sincero gli errori sotto porta di Milito e company pesano almeno quanto quelli dell’arbitro. Al quarto posto c’è la Fiorentina. Non parlerà ancora di Montella. Ma di Aquilani si. La copertina la dedico a lui. Giovane promessa della Roma e del calcio italiano (nonchè compagno di Michela Quattrociocche, do you know 3 metri sopra il cielo?) ha giocato le ultime tre stagioni con Liverpool, Juventus e Milan. Il Gotha del calcio mondiale. Si è perso. Qualcuno pensava per sempre. Invece, dopo molti infortuni e qualche incomprensione, ha trovato un allenatore che ha creduto in lui ed è salito in cattedra. D’altronde a Firenze sono riusciti anche a far ringiovanire Luca Toni di 4-5 anni. Adesso sognare non è vietato. Ringiovanisce anche Gilardino che ritrova la via del gol. Mentre a Pescara finisce la telenovela Stroppa. Alla fine è lui a dare le dimissioni. Una rarità nel calcio. Una rarità in generale, in Italia. Ma tant’è. Non si parla mai troppo del Catania. Sesta in classifica, con un signor allenatore (Maran) e due giocatori di classe purissima. Uno si chiama Lodi e l’altro Almiron. Un giorno il buon Sergio Bernardo dovrà spiegarci cosa ne è stato della sua carriera e perchè non è riuscito ad affermarsi in una grandissima squadra come avrebbe sicuramente potuto. Si chiude stasera con Roma – Torino, il monday night della serie A. Prepariamoci ad una settimana di calcio spezzatino, per la gioia di Adele. A domani, su Controradio!