La verità è che i derby sono indigesti a Zeman. Con un intervallo di 13 anni il boemo ha ricominciato da dove aveva finito: con una sconfitta. In settimana aveva dichiarato che per De Rossi questa partita era più importante di quanto lo fosse per lui. Si è visto. Peccato che per capitan futuro (futuro che forse non arriverà mai visto che Totti continua a giocare e la cessione di DDR appare tutt’altro che improbabile) dare tutto significa anche farsi giustizia da solo. Cazzottone a Mauri e Roma in 10 prima delle fine del primo tempo. Se ci mettiamo anche la papera di Goigoichea (inguardabile quella respinta sulla punizione di Candreva) e l’errore di Osvaldo all’ultimo minuto il quadro è completo. La colpa non può essere solo di Zeman anche se a onor del vero, ultimamente, il boemo sembra più un opinionista che un allenatore. Una squadra non può fare sempre 4 gol per vincere. La Lazio ha ribaltato in una settimana il suo campionato. Dallo 0 a 4 di Catania al 3 a 2 nel derby. Gli ultimi successi dei biancocelesti nei derby recenti possono essere spiegati anche con il fatto di non avere tra le proprie fila giocatori tifosi come Totti e lo stesso De Rossi che sentono un po’ troppo questa partita. Meglio l’impassibile Klose, sempre puntuale e continuo.

E poco importa che l’avversario si chiami Roma, Chievo, Inter o Siena. Lui è il grande valore aggiunto di questa squadra. Per dirla con i paroloni di quelli della TV, un toppleier bello e buono, anche a 34 anni suonati. La giornata sorride alla Juve. Prima di tutto perchè in una settimana, segnando 10 gol, i bianconeri cancellano la sconfitta con l’Inter e riprendono una marcia che prima o poi doveva interrompersi. Ritrovando il gioco, la velocità, la difesa, le geometrie di Pirlo, i gol di Quagliarella. Ora Bentder può riaccomodarsi in panchina. Chissà perchè sabato scorso, uscito Vucinic, Conte ha pensato al danese e non a qualcun altro. Il dubbio mi resta. Sei gol sono tanti su qualunque campo. Anche a Pescara (curioso che Stroppa viene messo in discussione quando vince e non quando ne prende 6). Ma la vera vittoria della Juve arriva nel posticipo, con la sconfitta dell’Inter. Una sconfita che ridimensiona la banda Stramaccioni ma, a mio parere, non la taglia fuori. I nerazzurri non avevano vinto il titolo sabato scorso, non l’hanno perso oggi. Per di più contro un’Atalanta che ha già battuto Milan e Napoli e gioca davvero un bel calcio(avrebbe 20 punti) con degli interpreti (italiani) davvero interessanti: Cigarini, Peluso e Bonaventura su tutti. Bravo Colantuono. Si riaffaccia prepotentemente il Napoli sulla scena. Cavani segna il suo quinto gol in 4 giorni. Un mostro. Con Falcao, attualmente, il miglior numero 9 del mondo. Ma nonostante la vittoria rimango convinto che in estate sia stata sottovalutato un fattore: la partenza di Lavezzi. Lui era il giocatore che spaccava le partite e le difese. Lui era l’imprevedibilità. Questo Napoli è più concreto, più funzionale, ma meno imprevedibile.

Ha comunque 9 punti in più dell’anno scorso e dirà la sua fino in fondo. Batte il Genoa che perde la quinta partita di fila (quattro con Del Neri). La Sampdoria è arrivata a sette. E domenica c’è il derby di Genova. Auguri. Credo che non sarebbe una buona idea affidare al derby il destino di uno dei due allenatori (la Samp è ancora scottata dall’esperienza di due anni fa quando cambiando tre allenatori finì in B, mentre Del Neri ha bisogno di tempo per far funzionare la squadra) però appare inevitabilmente così. Si preannunciano scintitlle. Copertina alla Fiorentina. Tre gol a San Siro, quarto posto e la palma della squadra che gioca il miglior calcio. Senza grandissimi nomi, ma con un grande collettivo (oggi mancava Jovetic). Il Milan affonda e rischia seriamente di disputare un campionato anonimo e senza ambizioni. La verità è che questa squadra può perdere con chiunque. Non mi sembra che Allegri possa dare ancora molto al Milan, ma forse questa è una mia impressione. In coda sempre più critica la situazione del Bologna che rischia seriamente di andare in B (come Bologna, battuttaccia) nonostante stia costruendo un ambizioso centro sportivo per far allevare giovani campioni. Un po’ il destino di questa Società che 30 anni fa retrocesse nonstante i 9 gol di un ragazzino di 17 anni che si rivelò uno dei più grandi talenti del calcio italiano: Roberto Mancini. In bocca a lupo.

Per quella romanticona di Adele: l’immagine calcistica più bella della settimana è quella di Rod Stewart, tifoso del Celtic Glasgow che, dopo la vittoria della sua squadra in Champions League contro il Barcellona, scoppia in lacrime. Davide che batte Golia ha sempre il suo fascino. E se anche la leggerezza ha il suo aspetto pesante, piange anche un cantate (cit.) Persino una Rock Star dura come lui. Emozioniamoci ancora.

A domani, su Controradio!

 

 

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

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