Il mio amico Luca Conti andrà a vedere la finale di Champions League, a Monaco di Baviera. Perchè se lo merita, ed è stato invitato da una delle aziende che sponsorizzano la manifestazione. Lui non è un grande appassionato di calcio ed è per questo che gli dedico questo post. Consapevole che forse non lo capirà. Ma io ci provo. Non me la sento di mandarlo in tribuna d’onore senza prima avergli raccontato le emozioni che questa finale porta con sè. Perchè ieri, dopo il rigore di Schweinsteiger ho pensato una volta di più che il calcio è uno sport meraviglioso. Perchè è ancora capace di sovvertire i pronostici, di tenerci incollati al televisore fino all’ultimo minuto, di trasformare partite scontate (alzi la mano chi avrebbe scommesso un euro sul Chealsea sotto di 2 a 0 e con un uomo in meno al 40′ del primo tempo) in imprese titaniche. I marziani del Barcellona e il Real di Mourinho la guarderanno in tv questa partita. Secondo i pronostici avrebbero dovuto passeggiare sul Chealsea e sul Bayern, ma così non è stato. L’eliminazione delle squadre italiane (quest’anno oggettivamente inguardabili) ci ha permesso di vedere due semifinali di coppa dei campioni. Nel vero senso della parola. Campioni che si sfidavano, ognuno con le sue caratteristiche, ognuno con la sua peculiarità, alla conquista di un Europa mai così vicina. In tempi in cui qui da noi si parla ancora di Padania (in maniera anacronistica, diversa è la forza comunicativa di Guardiola che rilascia interviste in catalano alla stampa internazionale, questa è vera territorialità) è stato bello riunirsi a casa di amici a guardare gli inglesi e i tedeschi che sfidavano gli spagnoli. E non sentirsi estranei (come mi capitava quando ero più piccolo) a queste sfide. Ammetto di aver tifato per chi ha vinto perchè io per natura sono da sempre un fan degli sfavoriti. Si chiama masochismo, ma a me piace così. Non potevo sopportare che Drogba, Cech, Lampard e persino Terry non potessero avere una seconda occasione.
E quando Terry si è fatto espellere per quella sciagurata ginocchiata ho pensato al fatto che comunque un’altra finale non avrebbe potuto giocarla. Ho visto Drogba correre e lottare come un leone e crederci, anche dopo aver fatto regalato al Barca il rigore del possibile 3 a 1. Ma Messi ha sbagliato. Non succede mai. Poi ha preso il palo. Poi ha sbagliato un gol facilissimo. Non succede mai. E il giorno dopo Ronaldo e Kakà hanno sbagliato un rigore a testa e anche questo, forse, non succede mai. Il calcio è pieno di episodi che non succedono mai. E così in finale vanno i leoni del Chealsea che proveranno a vendicare la sconfitta ancora bruciante del 2008. Quando Terry mandò a lato il rigore decisivo scivolando sul terreno infido di Mosca. Quella volta sulla panchina dei blues c’era Graham, che era subentrato a Mourinho. Questa volta c’è Di Matteo, unico rappresentate dell’Italia, che ha sostituito Villas Boas. Insomma al Chealsea sostituire un allenatore (possibilmente portoghese) vuol dire finale. E poco importa se ci si arriva con un catenaccio di altri tempi. Provate voi a giocare a viso aperto contro il Barca. Non è un caso che le uniche due squadre che negli ultimi 4 anni sono riuscite a eliminare i catalani abbiano praticato un catenaccio epico. Per far fuori i marziani serve tutto: cuore, gambe, testa, organizzazione, un pizzico di fortuna (che sempre aiuterà gli audaci). L’avversario sarà il Bayern Monaco padrone di casa. Una squadra che unisce la grinta tedesca alla classe dei suoi stranieri: Ribery e Robben su tutti. Ma i bavaresi meritano questa finale soprattutto per un motivo: hanno un bilancio invidiabile e insegnano non solo alle altre squadre, ma anche a molte aziende, come si amministra un club. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Uno stadio maestoso, una squadra che gioca bene e i conti in attivo. Senza andare troppo lontano, a parte lo sciagurato esempio di casa nostra (Inter e Milan hanno ricapitalizzato per anni), Barcellona e Real sono due squadre che presentano un bilancio in perdita. In campo i tedeschi hanno meritato. Grazie ad uno dei portieri più forti del mondo e anche in questo caso ad un gruppo straordinariamente solido. Nonchè ad un allenatore tanto bravo quanto silenzioso Joseph Jupp Heynckes. Sarà una sfida molto interessante questa tra due antipersonaggi, due allenatori che lasicano parlare il campo. Alcune curiosità: dopo 4 anni sarà di nuovo una finale di coppa dei (non) campioni. Nessuna delle due squadre viene da un titolo nazionale e tantomeno si appresta a vincerlo quest’anno. Ci eravamo abituati a doppiette, triplette e simili ma stavolta non sarà così. Non vinceranno i campioni di Germania (il Borussia Dortmund si è aggiudicato il secondo titolo di fila), nè i campioni di Inghilterra (la Premier passa da Manchester). In compenso in Europa avremo molto probabilmente due grandi ritorni: la Juve e il Real Madrid. Curiosità a parte sarà una grande finale. Le squalifiche si compensano, la fame e la classe anche. E a chi sognava un derby spagnolo consiglio di gustarsi la finale di Europa League: l’Atletico di Madrid sfiderà il favoloso e sorprendente Athletic di Bilbao. Che con una squadra di tutti baschi è riuscita a raggiungere la finale. Commovente la grinta con la quale l’Atheltic e lo Sporting Lisbona si sono giocate questa semifinale. Soprattutto per uno che ha visto giocare Masiello. Buona finale a tutti, soprattutto a chi potrà gustarsela dal vivo!
Una bellissima vignetta spiega lo schema grazie al quale il Chealsea ha conquistato (senza rubare nulla) la finale di Monaco.