Venerdì avevo detto, e scritto, che ci avrei provato, che sarei andato avanti. Ma c’è qualcosa che non torna, qualcosa che mi toglie entusiasmo, e non parlo dei risultati sul campo. Quelli lo avevo messi in preventivo. Altri anni di delusioni, trasferte in campi sperduti, sconfitte in casa contro il Modena o pareggi con la Nocerina. Chissenefrega, se tifo Bari. Sarei andato avanti senza problemi, se il punto fosse stato quello. E non avrei avuto problemi ad affrontare un eventuale fallimento della Società, i conti in disordine, i punti di penalizzazione e la copertura dello stadio che casca. Anche questo, tutto questo, era in preventivo in fondo. Ma questa storia delle scommesse no. Non così almeno. Questa rubrica non ha nessuna pretesa, se non quella di raccontare le cose belle del calcio. Le emozioni, le gioie, i pianti. Gli “eroi” di una stagione e quelli di una sera. Questa rubrica U Bàr iè fort racconta le storie di certi ragazzi che sono arrivati a Bari che non erano nessuno e sono diventati ricchi e famosi anche grazie a noi. Uno di questi ragazzi si chiama Andrea Masiello. A Bari e al Bari deve molto, eppure l’anno scorso ha pensato bene di infangare la nostra maglia con trucchetti e scommesse, creando una rete di relazioni addirittura con il clan dei Parisi, e sia chiaro che non parlo di una famiglia di terzini di spinta. Tutto questo fa vomitare, caro Andrea, e non serve far finta di confessare, una volta che altri tuoi amici di giochi ti hanno tirato dentro questa storia. Dovevi dirle prima le cose. L’anno scorso per esempio.

Quando hai convocato una conferenza stampa per dire che “nessuno voleva metterci la faccia”. Parlando di problemi assurdi all’interno dello spogliatoio, problemi che ti sei riguardato bene dal volerci spiegare. Tu e chi per te. Sono tutti responsabili quelli che sapevano. E io non posso mitizzare questa gente, come se fossero personaggi di un poema epico. Mi prenderei per il culo da solo. Non posso regalare anche soltanto un altro secondo di celebrità a gente come questa. Non intendo chiudere la rubrica, intendo soltanto fermarmi un attimo. Ho bisogno di sapere, di capire chi non merita assolutamente di essere ricordato, o meglio chi merita di essere cancellato definitivamente dai nostri ricordi. Potrei continuare con le storie del passato meno recente (e presto ricomincerò da lì, da gente come Igor, Tovalieri e Joao), ma anche io, nel mio piccolo, voglio dare un segnale. Chi svende la dignità non merita una rubrica. Mi fermo un attimo, visto che in questo paese si fermano in molti (calciatori e parlamentari compresi). Lo faccio in un momento in cui il blog registra un incredibile picco di visite, con più di 500 utenti al giorno e punte di condivisioni altissime. Lo faccio con una rubrica che ha destato l’attenzione dei giornali, delle radio, dei media. Lo faccio dopo qualche apparizione in TV e moltissimi articoli sui siti e dopo aver raggiunto nel mio piccolo, un pizzico di notorietà. Lo faccio a qualche settimana di distanza dell’uscita del mio prossimo libro, ben sapendo quanta visibilità può darmi questa rubrica. So che capirete che si tratta solo una pausa, un tempo di qualche settimana, forse un mese, che mi prendo per capire chi, in questa rubrica e nei vostri pensieri non deve mai più mettere piede. Una retrocessione si accetta, una sconfitta anche, ma con la dignità non si gioca. Fate arrivare questo messaggio a quante più persone potete. Fatelo arrivare ai giocatori (se ne conoscete), alla Società, ai giornali. Fate sentire la vostra rabbia, in maniera civile, ma fatela sentire. U Bàr iè fort perchè non c’è risultato sul campo che può mettere in discussione il nostro amore e la nostra passione. U Bàr iè fort perchè il Bari siamo noi, non loro. A presto, amici.

 

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

3 Comments —

  1. Gentile Sig. Carriero,
    La ringrazio di cuore per il suo impegno nel descrivere quasi con romanticismo l’affetto per la maglia stessa per la quale io tifo.
    Ma ritengo necessario darLe la mia massima solidarieta’ in quello che sta dicendo in quest’ultima escalation di notizie malvagie che coinvolgono il Bari, la Presidenza e noi poveri tifosi illusi.
    Grande stima e rispetto.

    Cordiali saluti
    Nicola Losurdo

  2. Ciao Nicola, innanzi tutto dammi pure del tu. Cristiano mi piace di più.
    Sono io che ringrazio te per le belle parole e per il fatto di aver seguito questa rubrica che si ferma solo momentaneamente. Ho ancora tante cose da raccontare: il gol di Cassano all’Inter, l’inzuccata di Masinga al Milan, la rovesciata di Igor all’Atalanta. Non saranno quattro mercenari a fermarmi. E non fermeranno neanche la storia della nostra squadra. Magari ci faranno retrocedere, forse fallire, ma la Bari non morirà mai. Anche se non ci conosciamo ti abbraccio virtualmente, come si fa con un amico dopo un gol. Vediamo cosa accade, poi saremo di nuovo qui: a condividere vecchi ricordi e soprattutto a emozionarci ancora per il presente. Questo mi auguro. Grazie di cuore.

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