La verità (sul pallone) è che i bilanci si fanno alla fine. E se proprio uno ha fretta, li fa nelle giornate pari. Così dicono gli esperti. Le giornate dispari sono “transitorie”. A meno che non ti chiami Juventus, Napoli o Lazio, e le partite le vinci tutte e tre. Ma diamo a questo campionato il tempo di poterci sorprendere. Intanto il Milan perde per la seconda volta di fila in casa (in tre giornate), e non accadeva da 82 anni. Mica dagli anni ’80. L’Inter vince, ma fa fatica. Mondonico da del provinciale a Strama bene bene che si incazza. Di bello c’è che scopre due centrali da futura garantito, Ranocchia e Juan Jesus. Bella notizia per una squadra che deve svecchiarsi e togliersi qualche ingaggio pesante dal groppone (i prossimi sono Chivu e Samuel?). La Roma fa la Roma, nel senso che va sopra di due gol e poi perde. Con Zeman ricapiterà, prendere o lasciare. Le sue squadre sono così e comunque non era un brocco neanche il vituperato Luis Enrique. Forse la squadra andrebbe rinforzata?

La Lazio è pratica. Quadrata, cinica, staziona nei primi posti da tre anni. La sua filosofia è opposta a quella della Roma. Credo si prenderà delle belle soddisfazioni. Brava la Samp di Ciro Ferrara. Senza penalizzazione sarebbe a punteggio pieno, ma Ciro era partito benissimo anche con la Juve (se solo mi leggesse si starebbe grattando), lasciatemi il beneficio del dubbio. Favole di giornata: Tornano al gol Gilardino (il terzo è “il suo gol“) e Toni, eroi mondiali del 2006. Per rilanciarsi hanno scelto Bologna e Firenze, in bocca a lupo, lo meritano. La seconda storia è quella di due ragazzi: Sau e Insigne. Si conoscono a Foggia, due anni fa. L’allenatore è Zeman, la categoria la serie C1. Il boemo si rilancia con una squadra costruita a costo zero. Il fato (che nel calcio ha molta più fantasia di noi) vuole che questi due ragazzi segnano nella stessa giornata il loro primo gol in serie A con le maglie che sognavano da bambini: quella del Cagliari per Sau, quella del Napoli per Insigne. Destini. Dispiace per Sannino, primo esonerato della A (ha battuto Stroppa sul tempo?), vittima dell’impazienza di Zamparini. Al suo posto arriva Gasperini, più di un sassolino da togliersi dalle scarpe, può essere l’occasione giusta. Che altro dire? Che la Juve in questo momento è una spanna sopra le altre, anche se oggi ha sofferto, più di quanto dica il risultato. La chiave è la Champions League, e Pirlo non può giocare 40 partite. Ne riparliamo tra due mesi. Intanto cerco l’anti-juve, non mi fido di questa classifica. La verità, alla fine, è questa.

A domani, su Controradio con La verità vi prego sul pallone.

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

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