Se ciò di cui avete bisogno per gestire la vostra vita e il vostro lavoro è un pieno accesso alla capacità di focalizzarvi, allora tutto ciò che riduce quella capacità andrebbe eliminato. (David Allen)
Appuntamento a Milano, il 5 ottobre al Talent Garden Calabiana, dalle 9.30 – 18.00. I leader delle aziende che oggi rappresentano i punti di riferimento nello sviluppo tecnologico e digitale condivideranno le proprie idee, metteranno a disposizione la loro esperienza e racconteranno come sia possibile “cambiare il gioco” del business. Si, perché oggi il web è al centro della strategia di innovazione e può supportare la governance delle organizzazioni attraverso la costruzione di un modello valido e funzionale in tempi brevi e senza la necessità di investimenti infrastrutturali.
Noovle, società di consulenza strategica ICT e Cloud nata nel giugno 2013 dalla fusione di Global Base e Scube NewMedia, principali partner Google for Work in Italia, promuove una giornata di incontri il cui focus è mettere in luce fattori fondamentali per restare competitivi sul mercato. Oltre 13 milioni di fatturato. Più di 1.000 clienti fra aziende private e pubbliche. Un team di 100 persone, di cui 50 certificate da Google. Noovle metterà a confronto diversi punti di vista accomunati da un unico denominatore: la trasformazione come linfa vitale per essere competitivi. Ospiti internazionali condivideranno le proprie esperienze aprendo una finestra sul mondo che sta cambiando e che ha nell’innovazione digitale la sua protagonista.
La mattina il Keynote sarà incentrato sul tema della Digital Transformation assieme a Giuliano Noci, Prorettore del Polo territoriale cinese, Politecnico di Milano; Mark Blair, Vice President EMEA, Brightcove; Ben Jackson, Managing Director, Gigya EMEA and ANZ; Brad Kilshaw, Head of EMEA, Cloud Ecosystem & Partnerships – Google Cloud Platform; Carolina Moreno, General Manager. Spain, Portugal, Italy, Greece and Cyprus, Liferay; Bret McGowen, Developer Advocate – Google Cloud Platform.
Nel pomeriggio sarà la volta del Disruptive Afternoon Workshop – Quando la tecnologia incontra le aziende. Tre laboratori raccontano attraverso case history di successo, come la digital transformation può migliorare il business aziendale. Uno dei più interessanti, a mio parere, è dedicato allo Smart Working, un tema molto complesso ma che può risolvere tantissime criticità in azienda. Non a caso, dal momento che l’argomento è davvero caldo, sto scrivendo un libro per Hoepli che parlerà di come si rimettono in discussione tutti i vincoli tradizionali a partire dallo spazio fisico, agli orari e agli strumenti di lavoro, alla ricerca di nuovi equilibri fondati su una maggiore libertà e responsabilizzazione dei lavoratori. A tal proposito, David Allen, coach di centinaia di top manager di diverse multinazionali, cita l’esempio del metodo GTD (Getting Things Done) come attitudine:
La regola dei due minuti si basa sul fatto che la maggior parte delle cose che si possono gestire in quell’ambito temporale richiederebbero più tempo per l’organizzazione e la verifica che per l’attuazione istantanea. In questo caso “delegare” non significa necessariamente trasferire le responsabilità lungo la catena di comando (anche se quello è spesso che accade), ma potrebbe significare anche passare un compito a un collega o persino a un capo, se è il soggetto più idoneo a gestire l’azione. Queste due pratiche – compiere le attività che richiedono pochi istanti e delegare immediatamente tutto il resto – si sono dimostrate delle abitudini ultra-produttive. L’incremento in termini di benessere psicologico e di uso produttivo del tempo che questi comportamenti promuovono è molto elevato. È stato stimato che una corretta adozione della regola dei due minuti da la sensazione di avere a disposizione sei mesi in più.
Secondo quanto evidenziato dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, una grande azienda su due ha avviato in maniera strutturale forme di smart working. Il 17% delle più grandi aziende italiane ha avviato progetti che sposano questa nuova organizzazione del lavoro, avvalendosi di rinnovate policy organizzative, comportamenti manageriali e nuovi assetti fisici dello spazio lavorativo. Un altro 14% sta studiando progetti da adottare alle proprie esigenze, mentre un ulteriore 17% sta studiando forme di flessibilità per alcuni ruoli e categorie.
Il titolo dell’incontro è Change is Smart Work, il focus del workshop l’importanza di attivare e creare una vera e propria cultura aziendale. Ma anche il supporto della tecnologia come piattaforma per la collaboration e la communication aziendale, il ripensamento degli spazi aziendali in ottica smart working, il change management come strumento per accogliere il cambiamento
Attuare in Azienda modelli di Smart Working non è più solo una questione di tecnologie, ma una vera e propria sfida che coinvolge tutto il capitale umano. Si tratta di creare una vera e propria cultura aziendale in stile digitale che porti coinvolgimento e innovazione. A parlarne:
Anna Cazzulani
Partner e Co-Founder Kokeshi Coloured HR
Chiara Bonomi
Partner e Co-Founder Kokeshi Coloured HR
Daryoush Goljahani
Regional Channel Manager, Google for Work
Vincenzo Paradiso
Direttore Generale IVRI
Questo può comportare la differenza in termini di redditività, competitività, tempestività e aumenti di efficacia nei processi decisionali. Lo smart working rappresenta una sfida, l’evoluzione dei modelli organizzativi. La crisi ha reso le aziende più consapevoli della necessità di valorizzare le proprie persone. Chi lavora in remoto è molto motivato perché risparmia del tempo e riesce a svolgere quelle piccole funzioni domestiche che di solito sono le più sacrificate. Lavora in un ambiente meno stressante e meno rumoroso, dove è più a suo agio e può concentrarsi meglio. Una persona più motivata è anche una persona più produttiva.
Ti interessa il tema? Il 5 ottobre sarò ospite del Talent Garden di Milano, per seguire l’evento. Vieni anche tu o segui i miei tweet attraverso l’hashtag #noovle4change!