“Sono mio padre e mia madre, un bacio a testa prima del sonno, un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire”
Lo so, ho perso l’occasione di dire la mia su Miss Italia, e sulla guerra del ’42. Ho perso anche l’occasione di parlare del caso Volkswagen, del Mondiale di Rugby, del tasto non mi piace, che poi dovrebbe essere empatia. E quella l’ho sentita, tanto. La sento ogni giorno, anche se apro Facebook e non scrivo, ma leggo. E non è vero, a mio parere, che si leggono solo cazzate sui social. Perché quelle fanno parte della vita, e non puoi pretendere che all’improvviso il mondo smetta di considerare vitali le scelte di un allenatore o esalti l’Inter che fa cinque vittorie di fila dopo un secolo. Non sto facendo nessun esperimento, ho solo meno tempo per scrivere a causa di un periodo complicato a livello personale. Nessuna pausa, i social non sono nemici, anzi. Mi sono di grandissimo aiuto. Ho solo pensato che in questo momento fosse più giusto così: the show must go on, ma con calma. Ogni tanto devi fermarlo il tempo, stare in disparte e in silenzio, lasciar scivolare le paure e perché no, chiedere una mano.
Quello che sto vivendo fa parte della vita, quello che mi sta dando la gente è qualcosa di eccezionale, e di sicuro non lo dimenticherò. Aspetto. Presto tornerò a scherzare, a condividere i video di calciatori brutti, a scattare selfie, a fotografare piatti da mettere su Instagram. Non c’è niente di più bello della quotidianità. Non credo che alla gente manchino le mie parole, credo piuttosto che a me manchi l’idea di condividere parole leggere con la gente. Perché se hai parole leggere, hai un cuore leggero. E al momento, come dice splendidamente Samuele Bersani, le mie parole sono razzi incandescenti prima di scoppiare. Giocattoli e zanzare, sabbia da ammucchiare, piccoli divieti a cui disobbedire. So che prima o poi verrà fuori qualche fenomeno che dirà che questo silenzio è un modo per attirare l’attenzione, è già successo ad un mio collega, ma sinceramente me ne frego. Tutto quello che spero è di ritrovare il piacere di condividere le considerazioni più leggere, dalla Miss con la passione del basket a Felipe Melo. Che, detto tra noi, è il guerriero che porterei con me nella battaglia che mi attende.
the show must go on, ma con calma.
il tasto empatia con te è scattato da tempo. tante cose simili, perché non sono gli estremi ad attrarsi ma i cuori, le storie e le sensibilità. Buona vita Cristiano.
(cmq se mi chiami, pure mò, io vengo).