Mi hanno chiamato tifoso. Mi hanno chiamato doppiofedista. Mi hanno chiamato al cellulare: erano telefonate anonime. Ma non importa, andiamo avanti. Oggi non conto io, conta la maglia, come dicono i tifosi. E la maglia è biancorossa. Il Bari o la Bari compie 107 anni. Un compleanno come un altro, non sono 100, non sono 150 e chissà perché c’è questa tensione verso la cifra tonda. Invece, Bari mia, 107 anni sono un traguardo importante. Il primo da quando hai seriamente rischiato di morire, per eutanasia. E invece no. Ti sei solo addormentata per qualche settimana: coma profondo. Poi è arrivato il primo a cantare “Forza La Bari Alè, canto vivo per te“. Poi 10, poi 100, poi 20.000. Ad un certo punto eravamo 60.000 e altrettanti che volevano entrare in quella stanza, a cantare per te, a svegliarti dal coma.
Ma tu ti eri già risvegliato, eri uscito dal coma, stavi meglio di tutti noi, ma non potevi più fare a meno di quelle persone che, ormai, non smettevano più di cantare. Cara Bari mia, questo è forse il compleanno più importante di tutti, perché hai dimostrato che tu non morirai mai, finché ci sarà passione. La nostra. Finché la gente avrà voglia di cantare per 11 sconosciuti che danno l’anima per la maglia. Non voglio essere ingordo. Non ti chiedo successi e trionfi, né coppe: mi basterebbe rivivere ciò che abbiamo vissuto la notte di Bari – Novara. Una città intera, e forse qualcosa di più, che ferma il tempo. Lascia a casa i problemi, le amarezze e i dispiaceri e viene allo stadio a stringersi intorno a Guarna, Sabelli, Polenta e Cani.
E con questi ragazzi soffre, piange, esulta. Una città che si abbraccia con le lacrime agli occhi. E che resta un’ora dentro lo stadio dopo il fischio finale. Perché vuole prolungare quella gioia. Ecco, Bari mia, quello che ti chiediamo. Di prolungare questa gioia all’infinito. E scusa se ti chiediamo un favore nel giorno del tuo compleanno, quando forse dovremmo essere noi a farti un regalo. Perché, detto tra noi, questa volta te lo sei proprio meritato. Non sarà un inizio di stagione balordo a farci dimenticare quello che abbiamo vissuto. E che non dimenticheremo mai. Auguri Bari mia.