Veronica Gentili, Web e Social Media Specialist, docente e consulente di comunicazione digitale. Scrive per condividere. Twitta per imparare.
Ciao Veronica, una provocazione: “le persone dimenticheranno ciò che hai detto, dimenticheranno ciò che hai fatto, ma non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire”. Iniziamo da qui?
Gli eventi sono uno strumento molto utile per informare e aggregare le persone in occasione di una particolare situazione; permettono non solo di raggiungere persone potenzialmente interessate all’evento specifico, ma anche di creare con loro un canale di comunicazione bidirezionale. Ma è la dimensione esperenziale quella più interessante; infatti gli eventi di Facebook permettono non solo di condividere in real time la propria esperienza con gli altri partecipanti e organizzatori, ma anche di amplificare la portata dell’evento stesso, “creando storie” sull’evento e invitando i propri amici.
Quanto è difficile emergere con un evento su Facebook, in un contesto dove si abusa di questo strumento?
Il problema più grande di questo tool è l’abuso che ne viene fatto; spesso e volentieri vengono creati “eventi” per situazioni che non hanno niente a che fare con la definizione di “evento” (es. concorsi o offerte), ma, soprattutto, si tende ad invitare persone prese assolutamente a caso (es. invito l’amico Napoli al mio evento su Merano), che non hanno nessun interesse per l’evento specifico o non possono parteciparvi per ovvia distanza spaziale. La conseguenza è che molte persone nemmeno ci fanno più caso agli Inviti ad Eventi o, peggio, confermano o negano la propria partecipazione in modo assolutamente casuale. Ciò rende non solo sempre più difficile catturare l’attenzione delle persone grazie a questo tool, ma anche lo strumento stesso inaffidabile per valutare l’effettivo numero di partecipanti.
Quale strategia consiglieresti a chi vuole inserire nella propria media strategy la creazione di eventi su Facebook?
Personalmente consiglio di creare “Eventi” per promuovere solo ciò che entra nella definizione di “Evento” ovvero concerti, mostre, manifestazioni, presentazioni e affini. Suggerisco di crearli facendo molto attenzione al nome dell’evento (è una delle prime leve decisionali), alla descrizione, alla cover e info specifiche, di valutarne attentamente il target, in modo da non invitare persone e contatti a caso. Per esperienza, propendo per la sponsorizzazione dell’evento tramite Facebook ADS per raggiungere i propri target di riferimento. Come dicevo, è altresì importante non fare troppo affidamento sul numero dei partecipanti; si rischia di preparare un buffet per 100 persone e vedersene arrivare 500 o 20.
Per un brand è meglio creare eventi legati al proprio prodotto oppure consiglieresti altre strategie? Mi faresti un esempio di evento di successo su Facebook?
Per i brand suggerisco sempre di avvalersi della funzione “eventi” se e solo se è compatibile con la propria strategia ed effettiva presenza di situazioni assimilabili alla categoria “evento” (es. se si tratta di un’offerta usa il tool “Offerta”, è stato creato apposta, se si tratta di un Concorso ci sono tante app che ti permettono di gestirlo internamente a Facebook senza scomodare il tool sbagliato). Io ho utilizzato questo strumento e con ottimi risultati in termini di partecipazione per mostre e manifestazioni; specialmente per quanto riguarda gli eventi locali, (serate in discoteca o concerti), ho toccato con mano quanto questo strumento possa essere utile se abbinato ad una sana strategia e un ciclo di ads mirate a potenziali partecipanti.
Come consigli di gestire il live e il post evento?
Con molta, molta cautela; quando una persona conferma la propria partecipazione ad un Evento su Facebook, automaticamente riceve notifiche da parte di chi pubblica sul Wall dell’evento. Questo, se da una parte può essere un bene perché permette agli organizzatori dell’evento di raggiungere i partecipanti con ciò che pubblicano, dall’altro apre le porte alla condivisione massiva di post petulanti che rischiano di infastidire i partecipanti e, addirittura, di farli scappare perché, magari, non sanno come fermare le notifiche. Chiaramente dipende dalla tipologia della situazione, ma in linea generale consiglio di limitare le comunicazioni interne all’essenziale in fase di pre-evento, live e post-evento; trovo più utile fornire un hashtag ai partecipanti con il quale condividere pubblicamente la propria esperienza.