Ok, scrivere un romanzo è una gran bella cosa. Ti fa conoscere un sacco di gente, se non altro. Scriverne due è ancora più figo, specie se il secondo inizia a funzionare, a piacere, a diffondersi. E così inizi a presentarlo e vai in giro a raccontare quello che hai scritto e quello che volevi dire. Lo fai anche a Jesi, la tua “città adottiva”, ed è una gran bella sensazione. Perchè la gente ti da attenzione, affetto, i commercianti espongono il tuo libro in vetrina e tu cammini a testa alta (quello in verità lo facevi anche prima) per le vie del corso.
Poi però arriva una notte speciale in cui puoi parlare del tuo libro alla tua gente. All’inizio ti preoccupi, fa un caldo che si crepa e alle sette, orario della presentazione, non arriva nessuno. La gente cominincia ad arrivare dopo un’ora, alla spicciolata, e tra i volti che ti aspetti ce ne sono alcuni inaspettati. Amici delle elementari, compagni di scuola, amiche con cui giocavi a nascondino da piccolo e ti scrivevi chilometri di lettere. Ma alle nove si comincia e le sedie sono tutte piene. Hai scelto la tua squadra, ed è una squadra voluta, di ragazzi che hanno molto da dire. Li hai scelti con la ragione e con l’istinto, li hai voluti e loro hanno voluto esserci.
Silvio, il padrone di casa che si è prodigato per organizzare la presentazione al Poggio delle Ginestre, Italo, il giornalista che per primo ha recensito il tuo romanzo, Francesco, Samuele per i lettori, l’esperto di web marketing per raccontare come è cambiata la nostra vita ai tempi del social network, Simona la moderatrice, lettrice entusiasta prima, relatrice impeccabile poi. E poi arriva il tuo momento, chitarra alla mano, a cantare il tuo “fonoromanzo”, una storia scritta con la chitarra e con l’ipod, con le lettere e con i social, con numeri cancellati al sole ed sms sbagliati. Si canta, si fa qualche foto, poi si sorseggia un drink insieme, mangiando un piatto di patate riso e cozze (e cosa sennò?). Poi si resta lì, fino a notte fonda, a bere birra e giocare a ping pong, tutti assieme per il gusto di passare una notte in compagnia. Il gusto per il quale hai voluto questa festa. Non sai come ringraziare tutti quelli che hanno partecipato (anche solo con un sms) e speri che questo post sia sufficiente. Grazie a tutti, di cuore.
Mi spiace non esserci stato, cazzarola..