Ma dove va a finire il cielo? Ebbene sì, io tifo per l’amore. A prescindere dal senso di questa festa, San Valentino. E a prescindere dal fatto che si festeggi un rapporto o no. San Valentino è la festa degli innamorati, non delle coppie, quindi hanno tutti il diritto di festeggiarla, di sentirsi vivi. Innamorati appunto. No, non vi credo. Siamo tutti innamorati di qualcuno. Magari non ricambiati, ma pur sempre innamorati. Non tutti sospiriamo ancora la sera, prima di andare a dormire, perché siamo presi da altre mille cose: il lavoro, la casa, il mutuo.
L’amore non è una cosa concreta, è per questo che lo facciamo. Per provare a dargli forma, a renderlo più vero. Quindi amiamo, come diceva Catullo. Diciamolo che siamo innamorati, anche se non siamo ricambiati. E se vi danno fastidio le ricorrenze comandate come questa (non posso darvi torto, tutta colpa dei Baci Perugina), ditelo domani, dopodomani, tra una settimana. Qualcuno mi ha chiamato Scroodge, ma credo si sia sbagliato. Penso che l’amore ci renda persone più belle, più sorridenti. Si viene persino più carini nelle foto quando si è innamorati, altro che i selfie.
Quindi non farò il cinico né il finto simpatico, di quelli che “sono figo solo io che non festeggio“. Fosse per me festeggerei oggi, avrei festeggiato ieri e pure domani. Fosse per me farei un poster con la scritta “Prometto di amarti e onorarti ogni giorno della mia vita, nella gioia, nel dolore e nella malattia” perché la chiesa sarà sì banale, ma certe volte tira fuori delle frasi niente male, altro che Twitter. Insomma fatemi ‘sto piacere: amate. Dategli la forma che volete a questo amore. Perduto è tutto il tempo che in amar non si spende.