Non è che se la serie A non gioca dobbiamo stare lì a girarci i pollici. Non è che dobbiamo parlare sempre e solo di Juve, di Inter e di Milan. Anche le nazionali sanno regalarci spunti molto interessanti, per esempio. L’Italia fa il suo, e anche qualcosina di più, vincendo in Armenia. Ma non pensate che le altre squadre passeggeranno da quelle parti. Tre punti fondamentali che proiettano gli azzurri al primo posto in attesa delle sfida alla Danimarca. Che non è la Germania ma è pur sempre un avversario da prendere con le molle, storicamente piuttosto indigesto all’Italia. Chiedere a Totti per informazioni.
Aveva le treccine e si presentò all’Europeo del 2004 da star. Si perse tra le provocazioni di Poulsen e alla fine gli sputò dritto in faccia e il suo Europeo finì lì. A proposito di giocatori della Roma. Hanno segnato Osvaldo e De Rossi, gli stessi che Zeman aveva portato in panchina nell’ultimo turno di campionato. Pilastri in nazionale, sostituibili nel loro club. Dov’è l’errore? Di certo Prandelli li riconfermerà contro i danesi. Domani sapremo se recupererà anche Balotelli. Diamo un’occhiata altrove: la Russia di Capello continua a vincere. Tre su tre e battuto anche il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Bene Spagna, Germania (che disastro l’Irlanda del Trap che prende 6 gol in casa), soffre ma vince la Svezia di Ibra (contro le Far Oer), vorrei spendere due parole due sul Belgio che vince 3 a 0 sul difficile campo della Serbia (allenata da Mihalovic).
I diavoli rossi hanno una squadra molto tecnica e con un’età media bassissima. A Bruxelles giurano sia la migliore degli ultimi 20 anni e io un po’ ci credo perchè conosco alcuni dei giocatori: Kevin De Bruyne e Moussa Dembélé su tutti. Il Belgio manca da una manifestazione internazionale dal mondiale 2002 (dove fece malissimo) ma si trova oggi con una formazione multietnica che può stupire. Io l’ho detto, non ve ne venite tra 2 anni a fare i saputelli. La serie A non ha giocato ma la B sì e non solo. E allora la mia copertina la voglio regalare ad un giocatore di Lega Pro o serie C che dir si voglia. Si chiama Ernesto Chevanton e ieri è ritornato a giocare in quello che ha sempre considerato il suo stadio, il via del Mare di Lecce. Con il Lecce Ernesto ha esordito in A e con il Lecce, dopo tanto girovagare (Francia, Spagna, di nuovo Italia, Argentina), è voluto tornare ottenendo un contratto a vita, unico per il mondo del calcio. L’ha fatto per giocare in B ma ha accettato la C senza battere ciglio. Ernesto ha sposato una ragazza di Lecce (la figlia di Pasquale Bruno, roccioso difensore della Juve e del Torino), del Salento è innamorato e ieri davanti all’applauso del Via del Mare ha pensato solo ad inginocchiarsi e ringraziare. Un gesto bellissimo, che ci ricorda che un pizzico di romanticismo nel calcio c’è ancora. E va bene che tifo Bari, e va bene che scrivo U Bàr iè fort, ma mica c’ho il prosciutto agli occhi. E nemmeno la Puccia. Bravo Cheva.