Da piccolo ero abituato a vedere dei derby un po’ più spettacolari. Gullit contro Matthaus, Van Basten contro Klinsmann, Ronaldo contro Weah, fino ad arrivare a Ibra contro Eto’o. Giganti. E quando in campo scendono i giganti il mondo si ferma a guardarli. Stavolta si è fatto fatica persino a riempire lo stadio. La crisi, dicono. E meno male che Barcellona – Real Madrid non era nel palinsesto televisivo, altrimenti come lo reggevi il paragone con Messi e Cristiano Ronaldo? Diciamolo chiaramente, il derby è stata una brutta partita. Ne più ne meno di un Chievo – Sampdoria quaunque. Poi ovviamente un tifoso si emoziona anche davanti ad un assedio di 45 minuti, ma lo spettacolo è un’altra cosa. Il Milan è il lontano parente di quello degli anni passati, e se persino Berlusconi preferisce un altro spettacolo (il compleanno di Putin) alla stracittadina milanese, un perchè deve pur esserci, e non è solo quello che pensate voi. Il Milan ha giocato una partita generosa ma confusa, senza fantasia, buttando dentro attaccanti a ripetizione (mancava solo che entrasse Pato con le stampelle) che hanno finito per intasare l’aerea di rigore pestandosi i piedi l’uno con l’altro.
Una statistica: al netto delle penalizzazioni di Siena e Atalanta il Milan avrebbe solo 2 punti in più rispetto all’ultima in classifica, dopo sette giornate. Non dico che debba guardarsi alle spalle, ma neanche dormire sonni troppo tranquilli. L’Inter ha trovato subito il gol, si è difesa con i denti, anche dopo l’espulsione di Banzai Nagatomo. Non benissimo Cassano, bene (2 volte) la squadra, che adesso c’è. E a meno 4 dalla vetta prova ad alzare la voce. E tra due domeniche (prima c’è la pausa Adele) c’è Juve – Napoli, chissà che non sia una buona occasione per rosicchiare qualche altro punto. Nello scontro diretto capiremo se il Napoli è già alla pari con la Juve. La classifica direbbe di sì, ma i bianconeri sembrano ancora una spanna sopra. Più continui, con più ricambi e le giuste alternative. Il Napoli, che ha meno gioco, ha però due campioni che possono risolvere le partite. Cavani e Hamsik devono prendersi la squadra sulle spalle. Sono due giocatori di levatura internazionale e adesso Napoli si aspetta da loro l’acuto da tenori. Si riprende la Roma. In un colpo solo Zeman mette in panchina Osvaldo e De Rossi (oltre a Pjanic) rafforzando la mia tesi della settimana scorsa: i campioni possono andare in difficoltà con le idee del boemo, che predilige giocatori che si applicano metodicamente su schemi provati e riprovati in allenamento. Chiedere a Bradley per informazioni.
Peccato che De Rossi sia il giocatore italiano con lo stipendio più alto di tutti. Un’esclusione non fa primavera, ma meditare non fa male. Sta bene anche la Lazio di Pektovic che frena la piccola serie positiva del Pescara. L’allenatore bosniaco sembra che alleni in italia da 10 anni. Sarà per la naturalezza con la quale parla l’italiano, una delle 8 lingue che conosce, ebraico compreso. Una dote eccezionale, quella di conoscere le lingue, per un allenatore moderno. A proposito di allenatori: hanno esordito con due vittorie Ivo Pulga a Cagliari ed Eugenio Corini al Chievo. Altri due giovani esordienti in A. Si tratta di un grande ricambio generazionale, dopo anni durante i quali erano sempre gli stessi a rimpallarsi le panchine. La strada che ha aperto l’Inter con Stramaccioni è più che una traccia. Ma non ditegli che somiglia a Mourinho. Non gli va proprio giù questa cosa. Forse per modestia, forse per scaramanzia. Eppure esulta come lui. Ma magari è solo un’impressione.
Il Boemo ha sempre ragione. Sempre e per sempre.