Alla fine ci sono stato all’evento organizzato da Fior di Risorse nella sede del CRN. Curioso di capire cosa avessero in comune un monaco benedettino e un ex dirigente d’azienda che ha deciso di dedicarsi alla vita in barca a vela. Un cristiano convinto contro un AteoMaterialistaComunista come Simone Perotti stesso si è definito. Bene, partiamo dalla fine: cosa hanno davvero in comune queste due persone? Moltissimo. Più di quello che pensate. Per non perdermi le fasi salienti della discussione ho seguito l’hashtag #donwshiftingFDR e ho diffuso su Twitter quelle che mi sembravano le parole e le frasi più significative dei due relatori. Natale, monaco benedettino temporary manager in azienda, ha spiegato come le regole della tradizione monastica possono essere una valida alternativa alla “filosofia aziendale”. A parte che state leggendo il post di uno che crede che la filosofia sia degna di definirsi solo in presenza di Socrate e Platone, devo dire che il suo discorso non ha fatto una piega. Mi ha colpito molto quando ha affermato che non tutta la crescita è sviluppo. Spesso si tende a confondere questi due concetti, dando loro un’accezione comune che, in realtà, è sbagliata. Un Paese può crescere economicamente anche (purtroppo) senza svilupparsi. Tra le regole della cultura benedettina Natale Brescianini ha parlato soprattutto del silenzio, la meditazione, l’ascolto e la cura dei particolari. Concetti spesso totalmente dimenticati in azienda.
L’intervento di Simone Perotti è stato invece molto più tagliente, per qualcuno addirittura urticante. Ma mi piace, come ha fatto Simone, citare Biagi a tal proposito: “L’unico modo per essere moderati è l’estremismo“. Simone non ha risparmiato nessun ruolo aziendale: dalle risorse umane (definiti, Alessandra Vizzi ci perdoni, minus habens) al marketing, passando per gli amministratori delegati. Simone si è soffermato in particolar modo sulla concezione di “Individualismo“. Perchè in azienda si parla tanto di “lavoro in team”? Siamo sicuri che sia davvero fondamentale? Perchè la stessa parola “Individualismo” non ha un’accezione positiva che la connoti? E perchè dobbiamo continuare a tutti i costi a restare aggrappati all’unico modello sociale ed economico che ci è stato presentato quando in realtà ce ne sarebbero molti altri? Spunti, riflessioni, qualche polemica. Tutto serve a far nascere un confronto che non deve necessariamente convincerci sul fatto che la scelta di Simone sia la migliore, anzi. Credo però debba farci riflettere sulla possibilità di applicare il minimalismo anche nella nostra vita e perchè no, nella nostra professione. La scelta di Simone è un tentativo e per farlo ci vuole, in ogni caso, coraggio: quel coraggio che ci manca nelle scelte di ogni giorno. “Tentare è la parte saliente dell’azione. E si può anche fallire. Ma non tentare – ha detto Simone – è un crimine contro l’umanità“. Al prossimo evento di Fior di Risorse.