La nuova tendenza è quella di commentare i programmi televisivi in diretta. Che poi non c’è niente di nuovo in tutto questo. La TV è sempre stata un mezzo di aggregazione. Un tempo si organizzavano cene e serate davanti allo schermo. Si dava il meglio in occasioni di eventi come Sanremo o le partite di calcio e non sto parlando di 100 anni fa. Oggi basta uno smartphone e si ha l’impressione di essere in mezzo a tanta gente a commentare le performances dei cantanti, dei calciatori o dei politici. Premetto che il mio post è fortemente ispirato dall’articolo uscito oggi sul Corriere 762dbrq ispirato a sua volta da una corretta e come sempre impeccabile riflessione di Dino Amenduni (@doonie su Twitter) vero e proprio punto di riferimento per chi si occupa di social network e osservatorio tv. Rimando quindi anche al suo post pubblicato ieri notte subito dopo il Festival 7vfqcyx Io cercherò di essere meno “social expert” nella mia analisi (infatti non lo sono). Anche perchè hanno già detto tutto persone molto più autorevoli di me. Io mi limito a osservare che la tendenza di commentare in diretta su twitter e facebook i programmi televisivi mi fa pensare un paio cose: la prima è che anche il pubblico più colto (come si presume siano i frequentatori di twitter) si riduce a guardare, o meglio osservare, programmi di merda. Senza mezzi termini. Il fatto di poter commentare e quindi diventare “sociologi” ci da un’autorevole scusa per guardare programmi come Kalispera, Grande Fratello, lo stesso Sanremo (che io ho sempre visto, e me ne vanto).
Questo nasce anche dal fatto che programmi come questi richiedono meno impegno e sono più semplici da commentare. L’eccesso porta ad ulteriori considerazioni. Chi ha sentito davvero di cosa parlava il pezzo di Emma Marrone ieri? Chi ha capito il testo di Bersani? Chi ha prestato attenzione a quello che ha detto (o non ha detto) Celentano? Un po’ come ai tempi della scuola: mentre il professore parla gli studenti si scambiano bigliettini e si perdono la lezione. Ok, forse non è questo il paragone più giusto, ma credo possa rendere l’idea. Ci sono anche molte persone, per esempio, che twittano durante una partita. E mi ricordano quelli che in curva guardano la gara di spalle. Io personalmente lo faccio quando una partita mi annoia, altrimenti sono preso e non ci penso nemmeno a twittare (e neanche a voltarmi in curva). La seconda considerazione è che questi programmi vengono rivalutati proprio dai social. In molti ieri si sono sintonizzati su Sanremo solo per il gusto di dire la propria sull’hastag #sanremo12. Il che implica che i programmi di qualità, quelli che richiedono concentrazione e un livello di attenzione superiore perdono ancora più appeal e di conseguenza share.
A meno non puntino fortemente sui commenti live come fa #piazzapulita, esempio di televisione virtuosa da guardare e commentare. I tempi lenti d’altronde lo permettono. L’ultima riflessione è sociologica. Chiedo scusa ai sociologi prima di attirare i loro insulti. Tutto questo twittare e postare su facebook non nasce da fatto che siamo sempre più soli? Si stava meglio quando si stava peggio è una fantastica banalità. Ma io davvero a volte invidio mio madre quando mi racconta il suo Sanremo a casa con cinquanta amici e i panzerotti. Ogni scusa era buona per ritrovarsi e parlare. Magari tra una canzone e l’altra. Ieri i cantanti hanno dovuto aspettare le undici e quaranta per farlo ma nessuno se ne accorto. Eravamo tutti concentrati su altro. E così è per le partite, per le serie tv, e prossimamente potrebbe esserlo per i film. Forse se ci fosse più qualità in tv avremmo meno tempo per dire la nostra. O forse è tutto il contrario e io non ci ho capito nulla. Ma mi sento tanto solo in mezzo a tanta gente. Demasiada gente, muy pocas personas (Troppa gente, poche persone). Stasera danno la Champions in tv. Chi viene a casa mia? Offro pizza e birra, ma lasciate gli smartphone a casa.
Sulla tua ultima considerazione, leggi questo articolo del NYT http://www.nytimes.com/2012/02/05/opinion/sunday/living-alone-means-being-social.html?pagewanted=all
I social network, usati male (o per supplire a carenze), sono di fatto un surrogato di relazioni, vero.
Segue email sul monday movie ;))
Ottimo! Io ho una riunione degli arbitri un lunedì di questi ma ancora non so quale. Appena vedo la mail ti faccio sapere!