“Il tuo obiettivo deve essere quello di avere una buona rete perché solo conoscendo persone molto diverse tra loro la tua vita può diventare più divertente, stimolante, appassionante” (Due gradi e mezzi di separazione – Domitilla Ferrari)
Quando la gente mi parla dei social network come uno spauracchio (si stava meglio quando si stava peggio e altre banalità del genere) cerco sempre di capire chi ho di fronte. In genere ci sono due tipologie di persone avverse ai social: quelle per le quali facebook, tanto per citare il social più noto, è il male assoluto e quelle per le quali “stare sui social” significa passare ore e ore davanti al computer e rinunciare a quanto di più prezioso c’è al mondo: la socialità. In pochi prendono in considerazione la terza via. Partire dai social network per crearsi una rete di contatti veri, personali, sinceri. E sì, perché questa via è la più faticosa: implica un lavoro quotidiano fatto di ascolto, interesse, curiosità.
Certo, per piacere alle persone non basta passare giornate intere su facebook, è bene chiarire subito. Per piacere alle persone, come insegna Domitilla, le persone devono piacerti. Solo così ne conoscerai di nuove, interessanti per la tua professione e le tue passioni. Solo così potrai fare quello che oggi si chiama networking. Vi racconto una storia vera. Venerdì prossimo (il 28 marzo) organizzo per la mia agenzia di comunicazione (sì, siamo quelli senza nome) #Blover, un evento dedicato al design, alla user experience e alla bellezza. Quando ci siamo guardati in faccia per scegliere i relatori ho rivisto il film di come io, queste persone, le ho conosciute.
Era qualche sera prima del Natale del 2012 quando conobbi Claudia ad una festa nella sede di Edilportale, a Bari. Poche parole e qualche sorriso. Troppa gente, un clima di festa. Avrei potuto parlare di lavoro? No. Qualche grado di troppo di separazione tra di noi, poi la rete. Francesco, mio amico, mi presenta Claudia. Iniziamo a seguirci su Twitter, poi diventiamo amici su Facebook, scopriamo di avere passioni in comune, una su tutte: San Francisco. Ci confrontiamo spesso, non è più semplice, in questo modo, fidarsi l’uno dell’altro?
Cesare fa parte di Fiordirisorse, un network vero. Non solo Linkedin e Twitter, ma cene d’estate, cene di natale, occasioni di convivialità. È proprio a cena che ho deciso che Cesare sarebbe stata la persona giusta per il nostro evento sulla bellezza. Mangiando insieme i nostri gradi di separazione sono diventati meno di due, ed eccolo qui, pronto a raccontarci la sua esperienza svizzera in Sketchin. Mark: cercavo un russo per un piano di marketing. Scrivo su Twitter “C’è qualche russo che può aiutarmi con la Seo?” La rete, con un plebiscito, mi consiglia di contattare tale Markiyan Yurynets. A parte il nome impronunciabile, uno spettacolo. Un paio di tweet e una telefonata. In settimana sono a Modena, vediamoci. E così è stato.
Fabrizio Crisà, Elica. Cercavo un designer, mi viene in mente quella che è stata la mia tutor, Lea. La chiamo. Lea, mi metteresti in contatto con il tuo design center manager? Mi dice di sì, connessione avvenuta, ci conosceremo all’evento, e poi chissà. Ecco, adesso sapete che non è esattamente corretto dire che “ho trovato gli ospiti su Facebook“. Non avrei avuto nessun riscontro, probabilmente, senza una referenza, senza passioni in comune, senza degli incontri di persona o un forte network come Fiordirisorse alla spalle. Tutto questo non si costruisce in un giorno. Ci vuole tempo, passione, dedizione e cura per ogni singola persona. Dedicatela a chi vi appassiona. Il networking è una cosa seria e spero che questo mio esempio vi convinca che è una cosa vera. Ora se non altro conoscete meglio i miei ospiti di venerdì, ma vi assicuro che se veniste di persona a conoscerli sarebbe molto più bello. Per me il networking è questo.