Domenica sera. Parliamone.
Quelle ore di limbo tra il weekend rilassato, tranquillo e l’inizio dell’ennesima settimana di lavoro, convulsa e frenetica. In quelle ore lì comincia a prendere vita la risposta a una domanda difficilissima: “mi piace la mia vita?”
Davanti al buco nero della domenica sera e al salto verso l’ignoto del lunedì, tu come ti senti?
Senti che l’ansia pensando alla settimana che verrà comincia a salire? Oppure inizi a sorridere pensando alla miriade di possibilità che la vita può riservarti in questi sette nuovi giorni?
Nella lingua inglese c’è un termine che descrive perfettamente la sensazione di angoscia che pervade molte persone: “Sunday Blues” che ha inizio, secondo uno studio pubblicato sul Guardian, alle 16:13 di domenica.
È l’ora precisa in cui l’angoscia sale e la felicità scende.
Fabio Genovesi nel suo libro “Cadrò, sognando di volare”, parla di questo momento malinconico con una frase magistralmente scritta: «da come ti senti davanti a questo panorama, [la domenica sera] capisci quanto ti piace la tua vita».
La domenica sera dobbiamo prenderci una grande responsabilità: capire che peso ha il lavoro nella nostra vita. Se ci ispira e ci arricchisce o se ci spegne e ci angoscia.
Chi riesce a rispondere con tranquillità a questa domanda ce l’ha fatta, si è preso la responsabilità e ha compreso ciò che era necessario.
L’altro giorno, per esempio, ho chiamato la mia collega Isabella Torelli in un mio momento di stress e, durante la chiamata, credo abbia ricevuto dieci notifiche da Whatsapp e altrettante da Slack. In tutto questo cosmo di notifiche e richieste di attenzione lei, con una calma assoluta, ha iniziato a rispondermi cantando. Per un attimo avrei anche potuto pensare: «ma questa è matta» e non nego che questa idea mi abbia attraversato la mente per qualche frazione di secondo, ma poi ho capito.
Lei ama la sua domenica sera, lei sorride in vista del lunedì.
Lei ha capito tutto.
È proprio in questi momenti di stress che devi trovare la tua chiave di volta: canta, balla, disegna, insomma, sii leggero.
Ricordati, la parola chiave della tua settimana: leggerezza.
Datemi una storia e vi solleverò il mondo
Lo storytelling è il mezzo più potente per far circolare idee nel mondo.
Quando eravamo piccoli sapevamo esattamente come convincere chiunque utilizzando strategie semplici ma efficaci. Seguendo l’arte della persuasione.
Poi qualcosa è cambiato. Si è rotto. Abbiamo iniziato ad associare la persuasione a qualcosa di deleterio, di manipolatorio. Ma la manipolazione è semplicemente il risultato negativo della persuasione e, come ogni strumento, la sua efficacia è data dal modo in cui questo strumento viene usato. Un coltello può sminuzzare verdure per un soffritto ma può anche uccidere.
Sono le intenzioni che cambiano tutto.
Se, quindi, abbiamo intenzione di migliorare il modo in cui raccontiamo le cose, se vogliamo intraprendere rapporti più profondi ed essere anche felici di farlo c’è un’unica soluzione: lo storytelling.
Per farlo bene la prima domanda da farsi non è come convincere una persona a comprare qualcosa ma, perché tra tutti i brand dovrebbe scegliere me? Dovrebbe scegliere la mia idea.
Lo storytelling vive dentro di noi.
Secondo Bernadette Jiwa, autrice di: “I segreti dei grandi narratori”, libro di cui ho curato l’appendice della versione italiana, “Una grande storia modifica il nostro sentire e le nostre azioni.”
E non potrebbe esserci niente di più vero.
Il mondo che ci circonda è ricco di idee e concetti che possono influenzare la nostra vita e la società in cui viviamo. Tuttavia, la sfida principale è trovare un modo efficace per far circolare queste idee, così da poter raggiungere e toccare il cuore di coloro che le ascoltano. È qui che lo storytelling entra in gioco: un potente mezzo per trasmettere emozioni e connettere le persone in modi profondi.
Il potere dello storytelling risiede nella sua capacità di coinvolgere il pubblico su un livello più intimo ed empatico. Mentre i fatti e i dati possono fornire informazioni, sono le storie che veramente catturano la nostra attenzione e ci spingono a riflettere. Le storie ci offrono un contesto, creano empatia e ci permettono di vedere il mondo attraverso gli occhi degli altri.
Immagina di ascoltare un discorso pieno di statistiche e grafici che mostrano l’andamento del cambiamento climatico. Può essere interessante, ma potrebbe anche sembrare distante e impersonale. Tuttavia, se qualcuno condivide una storia commovente di una comunità costiera che sta lottando per sopravvivere a inondazioni sempre più frequenti, le nostre emozioni si accendono. Ci sentiamo coinvolti, affetti dalla situazione e spinti ad agire.
Le storie hanno la capacità di stimolare la nostra immaginazione, di farci sognare e sperare. Ci permettono di trasportarci in mondi nuovi e di affrontare ogni sfida con coraggio e determinazione. Quando una storia ben raccontata afferra la nostra attenzione, diventa una forza inarrestabile che può ispirare il cambiamento e plasmare il futuro.
Le grandi rivoluzioni sociali e i movimenti di liberazione che hanno segnato la storia umana sono stati catalizzati da storie potenti, storie di ingiustizia, coraggio e speranza.
Martin Luther King Jr. non ha semplicemente elencato fatti e cifre nel suo famoso discorso “I Have a Dream”, ma ha dipinto un quadro vivido di un futuro in cui la discriminazione razziale non avrebbe avuto né spazio né potere. Ha condiviso le storie di coloro che hanno sofferto e ha fatto appello alle nostre emozioni per creare un senso di urgenza e di cambiamento.
Le storie ci aiutano a far sì che le idee si radichino nel nostro cuore e nella nostra mente. Ci aiutano a ricordare, a comprendere e a condividere esperienze che altrimenti potrebbero sembrare distanti. Attraverso le storie, possiamo creare legami tra le persone, superare le
differenze e costruire ponti di comprensione reciproca.
Perciò, sì, lo storytelling è il mezzo più potente per far circolare idee nel mondo. È il battito del cuore che fa vibrare le parole e che accende la fiamma dell’ispirazione.
È il ponte che connette il passato al presente e il presente al futuro. È attraverso le storie che possiamo plasmare il nostro mondo e dare vita alle idee che desideriamo vedere realizzate.
Quindi domenica prossima, alle 16:13 fermati un attimo e osserva il panorama della tua vita, e poi dimmi: come stai?
Fammelo sapere.