La splendida dedica di Martina Maccari, moglie di Bonucci, alla mia Bari. Una dedica sentita, con delle parole di una intensità e di un calore unico. Ringrazio Martina per averle scritte, Leonardo per averla fatta innamorare di Bari e Tiziano Tridente che me l’ha fatte ritrovare:

Me lo ricordo ancora il sole. Le zolle di terra mossa e gli ulivi.
Mi ricordo l’odore del mare, della focaccia alta e piena d’olio.

E mi ricordo la mia macchina carica, con tutta la vita dentro. Con i progetti, l’amore e la paura.
Sono passati più di quattro anni, quella macchina non c’è più, ma tutto il resto è rimasto, torno in aereo solo per pochi giorni e dall’alto vedo gli stessi ulivi e lo stesso mare.

Perché a Bari tutto rimane come sempre, persino le sedie delle vecchiette fuori la soglia di casa rimangono sempre le stesse. Vedono il sole, la pioggia, i funerali, i battesimi e rimangono sempre li.     Che tu passi, le guardi, e ti fanno sentire a casa.

Perché a Bari tutto ti fa sentire a casa: il barista, la vecchietta e il mendicante.
A Bari la gente ci scherza con chi chiede l’elemosina. È questa la cosa bella.
A Bari la gente ti bacia solo perché conosce chi sta con te. È questa la cosa bella.
A Bari la gente è di buonumore perché arriva il mese con la “R” e ci sono i ricci. È questa la cosa bella.

A Bari ci ho passato il mio compleanno quest’anno, ho fatto colazione per strada, pranzo per strada, cena per strada, e mi sono sentita fortunata. È questa la cosa bella.
E non conta chi sei, da dove vieni, o perché sei lì, ma conta se lì con loro ci vuoi stare per davvero. Perché le persone che lasci a Bari, sai che le ritrovi lì, con la vita cambiata, con la crisi, con le difficoltà ma sempre con lo stesso sorriso.

Perché quando il sole ti nasce dentro, non c’è pioggia o vento che possa portartelo via.

Per leggere la lettera originale visita il blog di Martina Maccari 

Ps: A Bari è dedicato anche il mio romanzo: Domani No. Se ti piace questo blog aiutami a diffonderlo. Qui c’è tutto ciò che devi sapere sul mio libro.

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

One Comment

  1. Sono anche io un emigrato. Ed ogni volta che torno a vistare la mia cittá vivo un piccolo lutto. Questa la scrissi in ottobre dell’anno scorso. Per condividere un pezzo di sentimento. Niente di più! 🙂

    C’é un posto dove l’aria ha un sapore differente; la terra sa di mare e il cielo odora aspro di olivi e caffè tostato.
    A volte sa di fogna e qualcuno bestemmia e nessuno protesta.
    C’é un posto dove la gente é leggera e pesante se il maestrale borbotta non meno di tre, non più di sette. Allá fine sempre torna la bonaccia e tutti si rilassano e il suono della peroni risponde al risucchio della cozza.
    C’é un posto dove le mié radici riposano in pace tra i cipressi verdi e le orchidee di plástica. Ogni tanto qualcuna la ritrovi in un altro campo, quello lí l’ha presa in prestito. Credeva fosse sua e non la puoi reclamare, ai defunti non importa e ai vivi nemmeno.
    C’é un posto dove la Vita e la Morte giocano nelle strade a nascondino e nessuno vince mai. La Bellezza salva tutti e qualcuno se ne accorge. Pochi reclamano il premio. Anche quando non gli spetta.
    C’é un posto che non é il migliore dei posti né il peggiore.
    Sólo che é il mio posto ed ogni volta che me ne vado me lo porto appresso ficcato negli occhi, spalmato sulla pelle, appiccicato al cuore. C’é una tenera, folle, creativa e amorosa contraddizione in quel posto che non posso non amare. E quell’amore si chiama Bari!

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