C’è chi resuscita dopo tre giorni e c’è chi non muore mai. Al massimo inciampa, cade, ma puntualmente si rialza e poi sembra più forte di prima. Antonio Conte e la sua Juve non sembrano conoscere il significato della parola appagamento, nemmeno a due giorni dall’impegno più importante del nuovo ciclo juventino. E tanto per non smentirsi il mister ha convocato i suoi giocatori all’ora di pranzo del giorno di Pasqua. Sia mai a qualcuno venisse in mente di festeggiare il quasi matematico scudetto a pranzo con i propri cari. C’è un aereo che aspetta, direzione Monaco di Baviera.

Ma facciamo un passo indietro. L’ultimo ostacolo verso il titolo è stato superato. Certo, non è stato agevole, perché in casa dell’Inter agevole non sarà mai, ma mi sembra di poter dire che la Juventus non ha rubato niente. Al netto di rigorini e rigoretti vari da ambo le parti (possiamo discuterne fino a pasquetta, ma alla fine di scandaloso non ho visto niente) si può dire che in campo c’erano una truppa di volenterosi talenti (e qualche cesso, tipo Pereira) e una squadra di calcio. E quest’ultima, giustamente, ha vinto. I se e i ma non fanno la storia e quindi non mi soffermerò sugli episodi. Sul perché Chivu alza il braccio anziché provare una scivolata sul cross di Quagliarella e sul perché Ranocchia non si chieda dove sia finito Matri (che sarà pure opportunista ma non è Paolo Rossi e nemmeno Pippo Inzaghi) sull’azione del gol.

Preferisco applaudire una squadra che senza campionissimi (Buffon e Pirlo a parte) ha una continuità e una varietà di soluzioni spaventose. Ma non tutto è da buttare per l’Inter. Kovacic ha, per me, un futuro da fenomeno, Handanovic si conferma un gran portiere e Palacio è stato un acquisto super. Cassano ha poca voglia ma con quella cambia le partite. Sul resto si può e si deve lavorare. Sinceramente assolvo Cambiasso, e non perché il suo fallaccio su Giovinco non sia degno di cartellino rosso e conseguente squalifica. Ma la frustrazione fa parte del gioco, e quando vieni espulso per la prima volta dopo 227 partite e chiedi scusa non meriti di essere bruciato vivo in piazza come qualcuno avrebbe suggerito.

La vigila di Pasqua ha visto la solita continuità del Milan che si è confermato anche sul campo del Chievo (se Balotelli non segna ci mette comunque lo zampino) e in serata la grande verve del Napoli. La vittoria degli azzurri è, secondo me, tutta da attribuire a Mazzarri. Ha gestito Cavani (stanco dal viaggio) e lo ha messo dentro sul più bello, per scatenarlo contro la stanca difesa del Toro. Ma soprattutto ha vinto la partita con un cambio che in pochi hanno esaltato. Togliendo Britos un secondo dopo l’errore che ha permesso al Torino di passare momentaneamente in vantaggio. Spesso si dice che certi cambi sono psicologicamente distruttivi per i giocatori, ma Mazzarri ha dimostrato di interessarsi più al risultato che a queste sagaci pippe da panchina d’oro. Hai sbagliato? Ti tolgo subito.

Intanto pareggio dopo 5 minuti, poi vinco e in settimana ti mando dallo psicologo. Ma non credo che Britos ne avrà bisogno. Il più felice, dopo la rimonta che mantiene il Napoli al secondo posto, sarà lui. Una menzione la merita ovviamente Dzemaili, svizzero non svizzero che ieri ha portato il pallone a casa. 133 partite in A, 8 gol. Di cui 3 ieri sera. Da ex non esulta sui primi due, al terzo si scatena. Curioso che il Napoli costruisca gran parte dei propri successi su tre svizzeri atipici come lui Behrami e Inler. E questo spiega perché gli elvetici andranno ai mondiali, e non da sparring partner (chiosa personale).

In coda importante vittoria del Palermo contro la Roma. Ora il Genoa è a 3 punti, vuoi vedere che dopo 5 allenatori il primo era quello giusto? Sannino ha la fame e la mentalità per compiere questa impresa, fossi in Ballardini starei molto attento. Da segnalare l’ennesima prodezza di Amauri che da quando è tornato a Parma ha fatto solo gol da antologia. Un giorno ci spiegherà perché da il meglio di se solo in provincia, oppure ci sarà qualcun’altro che punterà su di lui e gli darà una nuova possibilità? Non era meglio dare una chance a lui che a Rocchi, Moratti e Branca?

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

One Comment

  1. Io non ci riesco a essere come te. Gli episodi continuano a fare la storia. è antipatico dirlo ma è così. resta l’unico sport, uno degli ultimi, senza moviola. ma perché mai? ci aggiungerei giusto uno Strama che continua a provarci con il Ricky lento nella testa e nei gesti. Mi chiedo quanto tempo ci metta a fare colazione la mattina. Me lo immagino Ricky con quelle leve lunghe e quella classe innata in ogni gesto anche nel mettere su il boiler del caffè. Ma un bolide dal limite mai. Uno Strama che ha speso un tempo con Ricky lasciando Guarin in panchina, ok in ritardo, ma in panchina. Non credo abbiano meritato stavolta i gobbi. Potevamo vincere in tranquillità.

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