Che siate appassionati di calcio o meno vi consiglio, un giorno, di fare un salto dalle parti della Catedral di San Mames, A Bilbao. A respirarne l’aria. Quello dell’Athletic è un caso mondiale, da oltre 100 anni, al di là dei risultati sportivi. L’Athletic è la squadra di una città, di un popolo (quello basco), di un’idea. Un’idea tanto anacronistica quanto “virale” diremmo oggi: quella di costruire un’identità prima ancora che una squadra. E in questa identità la gente di Bilbao si rispecchia, di questa identità si innamora e di questo ideale va fiera in giro per il mondo. Per chi non lo sapesse l’Athletic di Bilbao, dal lontano 1898, accoglie nella propria rosa esclusivamente giocatori nati o cresciuti nei Paesi Baschi. Per intenderci niente spagnoli e niente stranieri, alla faccia della globalizzazione (non solo dello sport). E solo da qualche anno sulle maglie della squadra campeggia uno sponsor. Questo porta la gente di Bilbao ad un’affezione fuori dal comune. I tifosi sanno, por cierto, che quei giocatori daranno tutto per la maglia blanco y roja e comunque vadano le cose, li applaudiranno, alla fine della partita. In un certo senso, alla Catedral, il risultato conta poco. E questa è la prima magia, in un calcio dove il dio risultato comanda su tutto. Poi però capita che l’Athletic incontra il Manchester UTD negli ottavi di Europa League e lo elimina vincendo sia all’Old Trafford che in casa.

E allora sì che si capisce che questo progetto, lontanissimo dai budget di Real Madrid e Barcellona, ha un senso che va oltre l’ideale. Marcelo Bielsa, El Loco, allenatore che Moratti avrebbe fortemente voluto all’Inter (io lo dico sempre che Moratti non si deve fidare dei suoi collaboratori e deve fare da solo), ha costruito una squadra giovanissima (età media 24 anni), con una forte identità culturale (ci mancherebbe) e che gioca un calcio piacevole, a tratti spettacolare, profondamente diverso da quello duro e tignoso che ha consacrato il Bilbao nella storia (i più giovani magari non ricordano gli interventi intimidatori di Goikoetxea su Maradona). E adesso molti giocatori dell’Athletic valgono diversi milioni (Martinez e De Marcos su tutti) con la differenza che nessuno ambisce a lasciare la Catedral, la casa dei baschi. Chi era a Bilbao ieri ha parlato di una città in festa, una città che una volta di più ha esportato tutto il proprio orgoglio nel mondo. Se penso all’Inter composta da tutti stranieri, ai mercenari del mio Bari che dopo aver intascato i soldi delle scommesse ci hanno lasciato a marcire in B, mi viene da piangere. Penso a quanto deve essere bello andare allo stadio ed essere orgoglioso di chi sta rappresentando la tua maglia, i tuoi colori, al di là del risultato. Penso che sia un’assurdità dire che nel calcio conta solo la vittoria. Conta l’orgoglio, ed il Bilbao è una squadra che non è mai retrocessa ed ha anche vinto diversi titoli, senza mai snaturare la propria filosofia. Immaginiamolo come un caso di marketing: in un calcio schiavo della globalizzazione l’Athletic rappresenta un caso unico, una Unique Selling Proposition. Un prodotto da vendere in giro per il mondo. Credo ci sia anche questo, in fondo, oltre ai valori, dietro la strategia del club. Un club che si distingue in mezzo ad una massa di squadre anonime che non vincono e al tempo stesso non appassionano. Un club che vede i propri store sempre pieni di gente. Un club che vende e, diciamolo senza paura, genera profitti. Profitti incredibile per una squadra che non ha mai vinto una coppa Europea eppure risulta essere tra le prime 10 del mondo nella vendita di gadget e merchandising. Il motivo è semplice: offre qualcosa di diverso, un prodotto che emoziona. Perchè tutti abbiamo bisogno di un progetto, di un sogno, di un ideale, e l’Athletic è tutto questo. Non solo per i baschi. Aupa Athletic. A la final! 

 

Content & Community manager. Storytelling addicted. Scrivo markette per campare e romanzi per passione. Un giorno invertirò la tendenza. Domani no.

7 Comments —

  1. Scusa se mi permetto, ma ci vuole “coraggio” a tifare Bari, a prescindere dalle partite vendute. E te lo dice un pugliese. La filosofia Bari, città e calcio, è contraddittorissima a ciò che ti piace del Bilbao e a tutte le cose belle dette in questo articolo.

    • Ciao Francesco,
      Tutto condivisibile
      ma a Bari sono nato e cresciuto e della Bari sono innamorato.
      Purtroppo le attuali vicende e la gestione Matarrese mi fanno vergognare ma l’amore
      per la mia città e per la mia squadra rimane tale. E tale rimarrà anche quando,
      come spero, ci faranno pagare questo schifo.
      Grazie per il tuo contributo!

  2. Bellissimo, mi ha messo i brividi! Sono stato nel Pais Basco in vacanza e ho, anche se solo minimamante, apprezzato il loro orgoglio. Noi che siamo sempre in cerca di “bandiere” guardiamo l’Athletic di Bilbao e sognamo…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *